Brasile: il colosso della carne ha vietato l’export di bovini vivi

Un tribunale del Brasile ha vietato l'esportazione di bovini vivi da tutti i porti del Paese: i gruppi animalisti parlano di sentenza "storica".

Brasile: il colosso della carne ha vietato l’export di bovini vivi

Il Brasile non esporterà più bovini ancora in vita – una novità che declina l’industria locale della carne bovina, una delle più importanti al mondo, verso una “svolta storica”, come l’hanno di fatta descritta alcuni gruppi operativi nel settore del benessere degli animali. La sentenza è stata emessa nella giornata del 25 aprile dal giudice federale brasiliano Djalma Gomes: “Gli animali non sono cose” si può leggere negli atti ufficiali redatti dallo stesso giudice. “Sono esseri viventi senzienti, cioè individui che provano fame, sete, dolore, freddo, angoscia e paura”.

Brasile, niente più esportazione di bovini vivi nel resto del mondo

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È bene notare che l’intera questione ha in realtà radici relativamente profonde: d’altronde, come abbiamo accennato in apertura di articolo, il Brasile può di fatto vantare una posizione di primato globale pressoché assoluto per quanto riguarda l’esportazione di carne bovina; ed è pertanto perfettamente plausibile immaginare che i gruppi locali di benessere animale possano vantare un’organizzazione altrettanto notevole con obiettivi e traguardi maturati nel corso degli anni “all’ombra” della colossale industria verdeoro della carne.

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Radici profonde, stavamo dicendo qualche riga più in su. Stando a quanto riportato dai colleghi di Reuters il Forum nazionale per la protezione e la difesa degli animali, una ONG con sede in Brasile, aveva infatti intentato una causa presso un tribunale di San Paolo nell’ormai lontano 2017 chiedendo, per l’appunto, il divieto a tutte le esportazioni di bestiame vivo dal Paese dell’America del Sud.

La sentenza del giudice Gomes, che ha analizzato e in seguito accolto le richieste del gruppo per i diritti degli animali, è di fatto stata definita “storica” a causa del suo riconoscimento della “sofferenza causata agli animali in un’attività simile alla tratta di esseri umani al tempo della schiavitù“.

Non manca, naturalmente, chi pare guardare al divieto in maniera più negativa. Carlos Favaro, ministro dell’Agricoltura brasiliano, ha ad esempio dichiarato di non aver ancora parlato con il procuratore generale per chiedere se il governo federale avrebbe presentato un appello; e spiegato che, per quanto gli ordini del tribunale debbano essere rispettati, “le sistemazioni” in cui gli animali vengono alloggiati per i viaggi di esportazione sono adeguati e rispettosi del loro benessere, tant’è che “favoriscono” la continuazione dello sviluppo del bestiame.

A tal proposito Favaro ha sottolineato come gli acquirenti esteri non investirebbero in bestiame che potrebbe potenzialmente perdere del peso durante il trasporto, rafforzando la sua tesi secondo cui l’export di bovini vivi brasiliano è perfettamente rispettoso dei diritti degli animali.