Brewdog contesta i mondiali di calcio in Quatar proclamandosi “anti-sponsor”

Il marchio di birra BrewDog non ci va piano e contesta i Mondiali di Calcio in Qatar decidendo di autoproclamarsi come "anti-sponsor".

Brewdog contesta i mondiali di calcio in Quatar proclamandosi “anti-sponsor”

Sciabolata niente male quella che la BrewDog ha voluto infliggere agli imminenti Mondiali di Calcio in Qatar e a tutti gli sponsor. Il noto birrificio inglese, infatti, ha messo in campo una campagna pubblicitaria nella quale ha deciso di autoproclamarsi “anti-sponsor” dei suddetti Mondiali, per protestare contro le violazioni dei diritti umani collegate a questo importante evento calcistico.

Perché BreDog ce l’ha con i Mondiali di Calcio in Qatar?

Mondiali calcio Qatar

In un comunicato stampa BrewDog spiega di aver voluto spingersi a questo gesto estremo per protestare contro le violazioni dei diritti umani, fra cui i numerosi operai morti durante la costruzione degli stadi e delle infrastrutture necessarie a supportare un evento del genere e le condizioni di lavoro definite “disumane”.

In particolare BrewDog contesta il fatto che i principali sponsor della manifestazione calcistica, nonostante le evidenze dei fatti, si siano limitati a condannare a parole quanto successo, ma non abbiano fatto altro. In particolare si sono ben guardati dal dissociarsi dall’evento.

Gli slogan della campagna BreDog recitano così:

  • “Proud anti-sponsor of the World D*Cup”
  • “The Beautiful Shame”
  • “Eat, Sleep, Bribe, Football”
  • “First Russia, then Qatar. Cant’t wait for North Korea”

Nel comunicato il birrificio sottolinea che il calcio è stato pensato per essere alla portata di tutti. Tuttavia in Qatar l’omosessualità è illegale, la fustigazione è una comune forma di punizione e almeno 6.500 lavoratori sono morti durante la costruzione degli stadi.

BreDowg ha poi dichiarato che tutti i profitti realizzati vendendo la Lost Lager durante i Mondiali, andranno a beneficio di programmi di sostegno dei diritti umani. La scelta del birrificio ha suscitato qualche polemica. E più di qualche dubbio a dire il vero. Un conto, infatti, è un privato come Cristiano Ronaldo che critica apertamente lo sponsor Coca-Cola durante gli Europei 2021, allontanando in diretta stampa la lattina e sostenendo che era meglio bere acqua, un conto è che un birrificio contesti in maniera così evidente le scelte di altri sponsor.

E questo anche alla luce dei fatti che, comunque, durante i Mondiali, i pub BrewDog continueranno a trasmettere le partite di calcio in questione. Ma qui il brand si è giustificato sostenendo che ama il calcio, ma non la “corruzione, gli abusi e la morte”.

Mentre cerchiamo di trovare un po’ di coerenza in questa logica, ecco che James Watt, ceo del birrificio, ha provato a chiarire ulteriormente il concetto su LinkedIn sostenendo che sanno benissimo che le persone guarderanno comunque i Mondiali, quindi hanno voluto dare loro un posto dove guardarli insieme e dove raccogliere fondi per l’iniziativa di beneficenza. Per questo motivo sono orgogliosi di lanciare BrewDog come l’anti-sponsor di questi Mondiali in Qatar.

Curiosamente, però, è poi saltato fuori un altro dettaglio: la testata Just Drinks ha fatto sapere che le birre BrewDog sono comunque attualmente commercializzate in Qatar, tramite un accordo di distribuzione con una terza parte collegata al governo, accordo da cui, ovviamente, BrewDog trae un profitto. Lo stesso birrificio non ha potuto che confermare l’accordo, ma che nel suo caso questo non è un incoraggiamento alla violazione dei diritti umani in quanto loro stanno facendo la loro parte per sensibilizzare l’opinione pubblica in merito a determinati scandali e ingiustizie.

Ok, come diceva sempre mia nonna, “Fate quello che io dico, ma non fate come io faccio” in pratica.