Brewdog: le lattine d’oro non erano d’oro vero, il CEO offre un rimborso di 500mila sterline

A quanto pare il CEO di Brewdog ha dovuto pagare un rimborso di 500mila sterline a causa di una promozione fuorviante basata su lattine d'oro che non erano d'oro vero.

Brewdog: le lattine d’oro non erano d’oro vero, il CEO offre un rimborso di 500mila sterline

No, non è un remake de La Fabbrica di Cioccolato per amanti del luppolo. E non è neanche un romanzo perduto di Roald Dahl. Trattasi di storia vera. A quanto pare il CEO di Brewdog è stato costretto a pagare un rimborso di 500mila sterline a causa di una promozione fuorviante che avrebbe indotto alcune persone a pensare che quelle lattine d’oro promesse fossero veramente d’oro.

La cosa buffa è che le lattine, effettivamente, erano placcate d’oro, quindi un po’ di aurea sostanza c’era. Solo che la pubblicità aveva indotto gli incauti a pensare che si trattasse di oro massiccio. Da qui le proteste e il relativo risarcimento.

Brewdog come Willy Wonka, ma con le lattine d’oro

 

Willy Wonka

A spiegare cosa sia successo è proprio James Watt, il CEO e co-fondatore di Brewdog. In pratica Watt, ispiratosi proprio a Willy Wonka, aveva lanciato una singolare promozione.

Aveva nascosto delle lattine d’oro in alcune casse di birra Brewdog. Poi aveva lanciato l’iniziativa sui social, prospettando ai clienti in alcuni tweet la possibilità di trovare all’interno delle casse di birra delle lattine di oro massiccio.

Solo che il CEO, esperto di birra, non lo è altrettanto di metallurgia. Come da lui stesso confessato, infatti, non aveva ben compreso il processo di realizzazione delle lattine. Lui era fermamente convinto che si trattasse di lattine d’oro massiccio, mentre in realtà le suddette lattine erano solamente placcate d’oro.

Ok, forse ha peccato un po’ di ingenuità a pensare che nelle confezioni ci fossero delle specie di lingotti d’oro a forma di lattina e non dei semplici contenitori placcati d’oro.

Birra al gusto di ciambella: è quella di BrewDog ispirata a Homer Simpson Birra al gusto di ciambella: è quella di BrewDog ispirata a Homer Simpson

Comunque sia, quando i fortunati vincitori hanno trovato il biglietto d’or… ehm, no, quando hanno trovato le lattine d’oro, ecco che si sono infuriati: niente lattine d’oro massiccio, ma solo d’oro placcato. Così hanno protestato con la Advertising Standards Authority (ASA), la quale ha stabilito che, effettivamente, quegli annunci pubblicitari erano ingannevoli.

La saga delle Gold Can ha così avuto un esito assai salato per Watt: ha dovuto pagare circa 500mila sterline, quasi 15mila sterline a lattina. Watt si è poi scusato con tutti. Potrebbe sembrare che abbiano voluto fare i disonesti e i falsi, ma si è trattato di un errore in buona fede.

Il CEO ha poi spiegato di aver contattato tutti i vincitori e di essersi impegnato a rimborsarli di tasca propria, uno per uno. Chi sbaglia, paga, questo è ovvio. Però anche i clienti: come hanno potuto pensare che si trattasse di vero oro massiccio? Ma quanto doveva pesare di più la confezione se avesse contenuto una lattina di oro puro? Già me li figuro a pesare le singole confezioni come un tempo si faceva con gli ovetti Kinder per trovare quello con il set delle sorprese del momento.