Brexit: camerieri e baristi in difficoltà per i visti di lavoro

Con la Brexit in Gran Bretagna camerieri e baristi saranno in difficoltà per ottenere i visti di lavoro: verranno privilegiati i lavori più qualificati.

Brexit: camerieri e baristi in difficoltà per i visti di lavoro

Con la Brexit in Gran Bretagna i camerieri e i baristi saranno in difficoltà per i visti di lavoro. Londra, infatti, ha ideato un nuovo sistema per quanto riguarda l’immigrazione nel Regno Unito dopo la Brexit (il sistema entrerà in vigore a partire dal 1 gennaio 2021, mentre dal 31 gennaio 2020 si è entrati in una fase di transizione). Il principio cardine è semplice: fuori i lavoratori poco qualificati e dentro quelli più qualificati.

In pratica verranno dati dei punti in base a qualifiche, livelli del salario e competenze linguistiche: chi non raggiungerà la soglia dei 70 punti, non otterrà il visto di lavoro. Ovviamente ingegneri, universitari e scienziati non avranno problemi a raggiungere il punteggio. Chi sarà nei guai sono lavoratori con meno qualifiche come baristi e camerieri che hanno redditi più bassi rispetto a un ingegnere o un medico.

Il punteggio per ottenere il visto, infatti, varia anche a seconda del salario:

  • reddito annuo minore a 23.039 sterline: 0 punti
  • reddito annuo tra 23.040 e 25.599 sterline: 10 punti
  • reddito annuno sopra 25.600 sterline: 20 punti

Altri 10 o 20 punti sarà possibile poi ottenerli se si conosce bene l’inglese, se si ha uno o più dottorati o se si ha un’offerta di lavoro concreta. Va da sé che con un sistema simile, camerieri e baristi che hanno redditi nella fascia più bassa potranno aspirare a pochissimi punti. Secondo Priti Patel, Ministro dell’Interno, il nuovo sistema di immigrazione chiuderà le porte ai lavoratori stranieri poco qualificati, trattando così cittadini UE e non UE in maniera uguale.