Brooklyn Beckham vs. Beck’s: lo scontro legale per il nuovo locale di hamburger

Brooklyn Beckham si prepara ad aprire il suo ristorante negli USA, ma il mega produttore di birra ha qualcosa da ridire sul nome.

Brooklyn Beckham vs. Beck’s: lo scontro legale per il nuovo locale di hamburger

Un cognome come Beckham può essere decisamente ingombrante, ma a volte l’erede dello spice boy sembra fare di tutto per cercare il modo di crearsi rogne.

Così, nell’ennesima puntata dell’affascinante rubrica “Brooklyn Beckham non ne azzecca una”, l’autoproclamatosi cuoco e “creatore di gusti” riesce infilarsi in una bega legale proprio a causa del suo cognome, o meglio, del nomignolo mutuato dal padre, che se lo porta appresso dai tempi del Manchester United, ovvero “Becks”.

Brooklyn ha infatti pensato bene di avviare un suo locale di hamburger negli Stati Uniti –diretta emanazione della sua attività di produzione di salse piccante, che dovrebbero essere parte integrante dei “burger di lusso” proposti- chiamandolo “Becks Buns”, non senza un pizzico di umorismo pecoreccio, potendo tradurre il nome non solo con “i panini di Becks” ma anche come “le natiche di Becks”.

Malizie a parte, all’imprenditore 26enne sembra essere sfuggita la presenza nel settore alimentare di un’altra azienda dal nome decisamente simile, nemmeno così piccola: sì, proprio il produttore di birra Beck’s, proprietà di AB Inbev, che ha pensato bene di fare causa.

Beckham vs. Beck’s

Birra Beck's

La disputa è sorta in seguito alla richiesta di Brooklyn di registrare il nome “Becks Buns” presso l’Ufficio Brevetti e Marchi degli Stati Uniti: la sua domanda dello scorso anno copriva un’ampia gamma di classificazioni, inclusi salse, abbigliamento, coltelli da cucina, ma anche birre e vini, mossa ha sollevato un’obiezione da parte della Brauerei Beck & Co., proprietaria del marchio Beck’s, nome che porta ormai da 152 anni, ovvero da quando fu fondata a Brema nel 1873.

Il birrificio ha quindi ritenuto che il marchio ideato da Beckham jr. fosse troppo simile al proprio marchio consolidato, depositando un’opposizione formale. Per questa battaglia legale, la Brauerei Beck & Co. aveva ingaggiato l’avvocato Nadya Davis di Holland & Hart LLP, mentre Brooklyn si era affidato agli specialisti legali di marchi Merchant & Gould PC.

Brooklyn Beckham in cucina non ne fa una buona Brooklyn Beckham in cucina non ne fa una buona

Ci sono voluti diversi mesi di trattative, ma le parti sono ora giunte a un accordo. La Buster Hot Sauce Inc. di Brooklyn ha acconsentito a eliminare due classificazioni dalla sua domanda di marchio, quelle relative a “birra” e “distillati, vino, mirin nella natura di liquore misto a base di shochu giapponese”: questa cancellazione, effettuata “in conformità con un accordo di terze parti”, dovrebbe ora spianare la strada per l’approvazione del marchio per le restanti categorie.

Al netto di questi imprevisti, Brooklyn Beckham non è nuovo nemmeno al business delle bevande: e dobbiamo deludervi, non produce -per ora!- il suo ormai mitologico gin tonic “sperimentale” in versione ready-to-drink, ma è uno dei cofondatori del marchio WeSake, produttore di Sake, anche in lattina, con l’obiettivo di promuovere la bevanda giapponese tra i consumatori statunitensi e che, siamo certi, potrete ora accompagnare ad un ottimo “Becks Bun”. Tutto è bene quel che finisce bene, fino alla prossima, mirabolante puntata di “Brooklyn Beckham non ne azzecca una”.