L’isola di Ischia è stata teatro di un’imponente operazione della Guardia di Finanza che ha portato al sequestro preventivo di un vasto complesso turistico-ricettivo, noto anche come “Costa del Capitano,” situato in località Succhivo, nel Comune di Serrara Fontana. La struttura, che si estende su un’area totale di circa 27mila metri quadrati, è finita sotto la lente della Procura di Napoli per abusi edilizi e gravi reati ambientali e paesaggistici.
Il provvedimento, eseguito dal Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza, è scaturito da un’articolata attività investigativa coordinata dalla Sezione Edilizia e Ambiente della Procura partenopea.
Decenni di abusi edilizi

L’inchiesta ha rivelato che gli interventi illeciti e la presunta lottizzazione abusiva si sarebbero protratti nel tempo a partire dal lontano 1958, continuando fino a oggi: una lunga catena di abusi che ha comportato la trasformazione dell’intero costone di tufo, un’area di elevato pregio ambientale sottoposta a stringenti vincoli paesaggistici e idrogeologici. All’interno del resort erano state ricavate per gli ospiti camere scavate direttamente nella roccia della costa, a picco sul mare napoletano, e complesso alberghiero includeva anche un ristorante stellato: si tratta de La Tuga, insignito del macaron Michelin dal 2020 al 2023.
L’analisi aerofotogrammetrica e i successivi sopralluoghi hanno evidenziato che l’attività illecita ha inciso in modo definitivo sulle formazioni rocciose naturali: gli accertamenti hanno documentato la realizzazione di volumetrie artificiali, cunicoli, terrazzamenti e cavità scavate nella roccia viva, tutte opere realizzate senza alcuna certificazione o autorizzazione.
I consulenti incaricati, tra cui un esperto in urbanistica e una docente di geologia ambientale dell’Università Federico II di Napoli, hanno confermato che tali interventi hanno alterato irreversibilmente l’orografia naturale e la stabilità geologica del costone, accelerando i processi di distacco e di crollo delle rocce.
A rendere più grave il quadro è stata la scoperta di una vera e propria discarica abusiva: lungo la falesia, gli uomini della Guardia di Finanza hanno individuato circa 200mila metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi, materiali di risulta che erano i resti dei lavori di scavo e sarebbero stati riutilizzati per creare ulteriori scarpate e terrazzamenti lungo la costa, a supporto delle strutture ricettive.
Sono otto le persone indagate nell’ambito di questa operazione, tra cui i titolari del resort e alcuni tecnici del Comune di Serrara Fontana. Le accuse contestate a vario titolo includono la lottizzazione abusiva di manufatti realizzati sul demanio marittimo, la realizzazione di discarica abusiva in zona di protezione integrale, e i delitti di distruzione, deterioramento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici. Il sequestro segna un capitolo importante nel contrasto alle violazioni dell’integrità del delicato ecosistema dell’isola d’Ischia.

