C’era anche un ristorante stellato nel resort di Ischia sequestrato dopo 67 anni di abusi edilizi

Gli abusi edilizi, che si protraevano dal 1958, hanno danneggiato irreparabilmente la stabilità geologica dell'area.

C’era anche un ristorante stellato nel resort di Ischia sequestrato dopo 67 anni di abusi edilizi

L’isola di Ischia è stata teatro di un’imponente operazione della Guardia di Finanza che ha portato al sequestro preventivo di un vasto complesso turistico-ricettivo, noto anche come “Costa del Capitano,” situato in località Succhivo, nel Comune di Serrara Fontana. La struttura, che si estende su un’area totale di circa 27mila metri quadrati, è finita sotto la lente della Procura di Napoli per abusi edilizi e gravi reati ambientali e paesaggistici.

Il provvedimento, eseguito dal Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza, è scaturito da un’articolata attività investigativa coordinata dalla Sezione Edilizia e Ambiente della Procura partenopea.

Decenni di abusi edilizi

sequestro ischia

L’inchiesta ha rivelato che gli interventi illeciti e la presunta lottizzazione abusiva si sarebbero protratti nel tempo a partire dal lontano 1958, continuando fino a oggi: una lunga catena di abusi che ha comportato la trasformazione dell’intero costone di tufo, un’area di elevato pregio ambientale sottoposta a stringenti vincoli paesaggistici e idrogeologici. All’interno del resort erano state ricavate per gli ospiti camere scavate direttamente nella roccia della costa, a picco sul mare napoletano, e complesso alberghiero includeva anche un ristorante stellato: si tratta de La Tuga, insignito del macaron Michelin dal 2020 al 2023.

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L’analisi aerofotogrammetrica e i successivi sopralluoghi hanno evidenziato che l’attività illecita ha inciso in modo definitivo sulle formazioni rocciose naturali: gli accertamenti hanno documentato la realizzazione di volumetrie artificiali, cunicoli, terrazzamenti e cavità scavate nella roccia viva, tutte opere realizzate senza alcuna certificazione o autorizzazione.

I consulenti incaricati, tra cui un esperto in urbanistica e una docente di geologia ambientale dell’Università Federico II di Napoli, hanno confermato che tali interventi hanno alterato irreversibilmente l’orografia naturale e la stabilità geologica del costone, accelerando i processi di distacco e di crollo delle rocce.

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A rendere più grave il quadro è stata la scoperta di una vera e propria discarica abusiva: lungo la falesia, gli uomini della Guardia di Finanza hanno individuato circa 200mila metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi, materiali di risulta che erano i resti dei lavori di scavo e sarebbero stati riutilizzati per creare ulteriori scarpate e terrazzamenti lungo la costa, a supporto delle strutture ricettive.

Sono otto le persone indagate nell’ambito di questa operazione, tra cui i titolari del resort e alcuni tecnici del Comune di Serrara Fontana. Le accuse contestate a vario titolo includono la lottizzazione abusiva di manufatti realizzati sul demanio marittimo, la realizzazione di discarica abusiva in zona di protezione integrale, e i delitti di distruzione, deterioramento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici. Il sequestro segna un capitolo importante nel contrasto alle violazioni dell’integrità del delicato ecosistema dell’isola d’Ischia.