Chef di Toronto vende kit per suicidi online: individuati 8 italiani che li hanno comprati

A quanto pare dietro la vendita online di kit per suicidi c'era uno chef di Toronto (Canada). Nel frattempo l'Interpol ha anche individuato gli otto italiani che avevano già acquistato tali kit

Chef di Toronto vende kit per suicidi online: individuati 8 italiani che li hanno comprati

Si chiama Kenneth Law e sarebbe uno chef di Toronto, nell’Ontario, in Canada, il responsabile della messa in vendita online di kit per suicidi. L’Interpol, che stava indagando sul caso e che ha individuato l’uomo, ha anche scoperto che otto italiani avevano già acquistato questi kit. Per questo motivo l’Interpol ha subito trasmesso alle autorità italiane nominativi e indirizzi degli acquirenti. Purtroppo un nono acquirente è stato trovato morto nella sua casa.

Chef canadese vende online kit per suicidi

cappello chef

Tutto inizia con un’inchiesta giornalistica del Times. Un giornalista si era finto interessato all’acquisto di quel kit per suicidio che veniva venduto liberamente online su diversi siti. Aveva così parlato con Kenneth Law il quale, oltre a fornirgli istruzioni su come usare il veleno in questione, gli aveva anche detto che stava “compiendo l’opera di Dio”.

Il kit era formato da una finta maschera viso a base di nitrito di sodio (il nitrito di sodio è un composto a base di sale utilizzato normalmente come additivo alimentare per aumentare la conservazione delle carni. Tuttavia se ingerito ad alte dosi può essere mortale. Quello messo in vendita da Law era pubblicizzato come puro al 99,999%, anche se riportava la dicitura “per uso alimentare”). Una volta applicata sul volto, tale maschera era mortale. A seguito dell’inchiesta, ecco che era saltato fuori che nel Regno Unito c’erano già state sette vittime, di cui una un giovane di 22 anni, Tom Parfett.

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La vicenda era così passata nelle mani dell’Interpol canadese che aveva identificato lo chef canadese e bloccato diversi siti dove il kit era venduto liberamente. Quest’ultimo aveva ammesso di aver venduto il kit a centinaia di inglesi e di averlo spedito da un ufficio postale di Toronto. Ovviamente l’uomo è stato arrestato con l’accusa di favoreggiamento del suicidio.

Tuttavia durante le indagini l’Interpol ha scoperto che il kit era stato spedito anche a nove indirizzi italiani (sembra che 1.200 kit siano stati venduti e spediti in ben quaranta paesi del mondo). Così l’Interpol canadese ha avvisato la divisione italiana, la quale ha trasmesso a Carabinieri e Polizia nominativi e indirizzi. Le forze dell’ordine hanno fatto subito una verifica presso tali indirizzi. E qui hanno scoperto che, purtroppo, uno dei nove acquirenti era morto.

Si trattava di una donna, un’insegnante originaria dell’Aquila. Nella sua casa a Borgo Valsugana i Carabinieri hanno trovato un bigliettino destinato ai famigliari: “Mi dispiace, sono troppo malata, troppo dolore”. Non si sa ancora gli altri otto acquirenti siano già stati messi in contatto con un supporto psicologico.