Non importa quante misure vengano prese nei suoi confronti, i pericolosi commenti di chef Rubio sono inarrestabili. Non è bastato il blocco del suo account X per abbassare i toni, né tantomeno il sequestro dei suoi dispositivi elettronici da parte dell’antiterrorismo. Gabriele Rubini, un tempo telechef ora noto per il suo sostegno alla causa palestinese (che, seppur giusta nei principi, in bocca sua rischia spesso di sfociare nel torto), finisce di nuovo nell’occhio del ciclone. Dopo Liliana Segre, il bersaglio delle critiche dell’ex presentatore di Unti e bisunti passa a essere il giornalista David Parenzo; e si finisce di nuovo in tribunale.
I post di chef Rubio contro David Parenzo
La querelle tra chef Rubio e David Parenzo si sposta dai social network al palazzo di giustizia. Succede dopo più di due anni dall’innesco della controversia, quando Rubini aveva postato un tweet in cui scriveva: “Il miracolato #Parenzo suprematista odiatore antimusulmano, antiarabo e antisemita (i palestinesi sono semiti, lui e i sionisti no), continua a diffondere menzogne per disumanizzare i palestinesi e giustificare il genocidio. Noi confermiamo che sostieni il terrorismo ebraico…”.
Allegato al post c’era un articolo scritto da Parenzo in cui il giornalista faceva riferimento a bambini decapitati durante l’attacco di Hamas. A detta del conduttore di L’aria che tira, non era la prima volta che Gabriele Rubini pubblicava post di questa tipologia sui social contro la sua persona, ma dopo il 7 ottobre ha notato un’escalation che lo ha spinto a costituirsi parte civile.
All’accusato si contesta il reato di diffamazione con le aggravanti dell’attribuzione di un fatto determinato, dell’offesa recata col mezzo di un social network di ampia diffusione e della finalità di discriminazione o odio razziale e religioso. Un’accusa non nuova a chef Rubio, che ha già fatto i conti in passato con situazioni simili – una delle più recenti riguardava la potenziale diffamazione contro Liliana Segre, caso poi archiviato dal giudice. Prossimi aggiornamenti sul processo sono previsti per il 24 febbraio 2026.