Cibo: la produzione mondiale è in eccesso, “eppure in 700 milioni soffrono la fame”

La produzione mondiale di cibo è in eccesso, eppure ci sono tra i 700 e gli 800 milioni di persone che soffrono la fame.

Cibo: la produzione mondiale è in eccesso, “eppure in 700 milioni soffrono la fame”

La matematica non è un opinione – la rigida esattezza dei numeri indica con precisione inappellabile errori, inesattezze e soprattutto anche colpevolezze. Ebbene, secondo quanto recentemente dichiarato da Mauro Agnoletti, titolare della cattedra Unesco per il paesaggio del patrimonio agricolo, la produzione di cibo a livello globale è di fatto “in eccesso”, quindi ne consegue che teoricamente – e qui sta la grossa parola chiave, teoricamente – non ci sono rischi alimentari. Eppure, un numero compreso tra i 700 e gli 800 milioni di persone si trovano di fatto a soffrire la fame. Il motivo? Secondo Agnoletti il problema è che “non tutti riescono ad accedere ai surplus di cibo o hanno risorse economiche sufficienti a pagare il prezzo di mercato richiesto e perché vi sono incredibili sprechi di cibo” – anche se di fatto anche crisi economiche e meccanismi di mercato hanno portato a effetti perversi.

grano

“Si spiega anche così perché in Italia abbiamo abbandonato oltre 10 milioni di ettari di aree agricole e, assieme ad una floridissima industria agro alimentare, abbiamo il 75% del territorio rurale in stasi o recessione economica e importiamo il 60% del cibo dall’estero” spiega Agnoletti nel contesto del nostro caro vecchio Stivale. “Ci basterebbero 1.400.000 ettari per essere autosufficienti in grano, a livello nazionale” prosegue poi, facendo chiaro riferimento alle difficoltà emerse in seguito allo stop delle derrate alimentari dall’Ucraina, che ne ha determinato anche un folle aumento di prezzo. “Se questo complesso di fattori critici accade in Italia non moriamo di fame ma se accade in un paese in via di sviluppo è una catastrofe” conclude. Rimanendo in questo ambito, vi segnaliamo che gli aumenti ai prezzi dei beni alimentari non sono stati un disastro per tutti: i primi quattro commercianti di cereali al mondo, infatti, hanno registrato profitti da record.