Cina: le misure anti-Covid chiudono i mercati, e i contadini lasciano marcire i raccolti

Le misure anti-Covid hanno fortemente limitato la compravendita di verdure in Cina, con i contadini che si vedono costretti a lasciare marcire i propri raccolti.

Cina: le misure anti-Covid chiudono i mercati, e i contadini lasciano marcire i raccolti

Pare che le vacanze natalizie nel Paese del Dragone saranno tutt’altro che rilassate. Eh sì, perché come abbiamo già avuto modo di raccontarvi qualche giorno fa, le autorità governative hanno recentemente deciso di introdurre una nuova serie di restrizioni anti-Covid che vanno in primis a colpire i settori dell’ospitalità e della ristorazione. Il popolo, naturalmente, non l’ha presa troppo bene, e la Cina si è trovata nuovamente a essere scossa dalle proteste e dal malcontento – sentimenti che trovano risonanza anche nei mercati ortofrutticoli, rimasti chiusi proprio a causa delle sopracitate restrizioni. Il risultato? Migliaia di tonnellate di frutta e verdura rimaste invendute, con i contadini che si vedono fondamentalmente costretti a lasciare marcire i propri raccolti.

La strada dal campo alla bancarella

agricoltura braccianti

Il problema di fondo, come vi abbiamo accennato, sono i casi di coronavirus in costante crescita – una minaccia che ha spinto le autorità cinesi a ignorare la sopracitata ondata di proteste e a continuare stolidamente a imporre una severa linea di restrizioni. La situazione è tuttavia ulteriormente aggravata da una filiera fondamentalmente frammentata, dove i piccoli agricoltori sono soliti vendere a figure intermediarie che acquistano per i grandi mercati all’ingrosso situati nelle città.

Il punto è che, sempre a causa delle restrizioni, molti di questi commercianti non hanno modo di viaggiare o di uscire dalle autostrade per raggiungere le aree rurali o altre città. “Viaggiare e uscire dall’autostrada significa che poi tocca metterti in quarantena” ha spiegato ai microfoni di Reuters un certo Cui, che lavora come acquirente di ortaggi. “È un prezzo troppo alto da pagare. quindi nessuno osa farlo”.

In altre parole manca l’intermediario tra i piccoli produttori e i punti di vendita all’ingrosso (che, per la cronaca, sono per la maggior parte comunque chiusi). Il risultato ve lo abbiamo già anticipato: “A Dezhou le verdure vengono tutte arate nel terreno, sedano, cavoli… Nessuno li vuole!” spiega ancora Cui. E la situazione è la stessa anche nell’Henan, una provincia centrale che l’anno scorso ha prodotto ben 76 milioni di ortaggi: “Mi sento così amareggiato ogni volta che guardo i miei campi” ha spiegato un agricoltore locale, il signor Wang. “Non posso fare a meno di scoppiare in lacrime”.

Le autorità, nel frattempo, cercano di tamponare la situazione alla bell’è meglio: il ministero dell’Agricoltura e degli affari rurali ha istituito una hotline per mettere in contatto gli agricoltori con i venditori e ha affermato che avrebbe trovato celle frigorifere per conservare le verdure invernali; ma ormai un aumento dei prezzi pare inevitabile. “Il governo è troppo impegnato con l’epidemia” ha aggiunto Cui. “Delle verdure non frega niente a nessuno”.