Coop tenta l’approccio commerciale su Cucinaremale, ma viene blastata

Coop ha pensato bene di tentare un approccio commerciale sul gruppo Facebook Cucinaremale... Senza però ottenere i risultati sperati.

Coop tenta l’approccio commerciale su Cucinaremale, ma viene blastata

Avete presente quel coinquilino che, mentre vi avvicinate ai fornelli dopo una forsennata giornata passata a equilibrare studio, lavoro e impegni sociali basici, non può fare a meno di invadere la vostra bolla di pace per farvi sapere che lui quel ragù l’avrebbe fatto diverso, che no dai ma quanto olio hai messo, che non può fare a meno di dirvi che l’omelette che riposa frammentata e distrutta sulla pentola è la cosa più triste che abbia mai visto? La reazione collerica, il vaffa per intenderci, non è giustificato ma almeno comprensibile. Ecco, è un po’ quello che è successo sul gruppo di Facebook Cucinaremale, spazio sicuro in cui gli amanti dei fornelli possono condividere le loro ciambelle venute senza buco. Il ruolo del coinquilino, in questo caso, lo svolge la Coop, che ha pensato bene di approfittare per piazzare qualche prodotto in sordina.

Coop e Cucinaremale: una partnership finita male

cucinaremale coop

Di post incriminati c’è l’imbarazzo della scelta. In uno dei più recenti vediamo un’utente raccontare della sua sfortunata esperienza con del ragù sospettosamente piccante: “Mi è venuta voglia di ragù ieri e così ho tirato fuori dal freezer la salsiccia piccante per farla oggi…E che sarà mai? A me il piccante piace, no? Sì, piccante, non radioattivo” si legge nel post.

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“Comunque sia taglio aglio e cipolla e butto in un goccino d’olio, li faccio sfrigolare e guardo la salsiccia che avevo appena finito di tagliuzzare: mi bruciavano le dita. Incrocio le dita e la verso nel soffritto, un odore strano, pizzicore alla gola”. Ve la facciamo breve: la pietanza è inadatta al consumo umano, a quanto pare. La nostra protagonista non demorde, chiede consiglio a Google come ogni cucinaremalisa che si rispetti, ma infine si arrende all’evidenza – una roba del genere non può e non deve entrare a contatto con le pareti dell‘esofago.

Non si butta via niente, però: la nostra eroina ha delle galline che saranno ben felici di banchettare con la salsiccia radioattiva. Tutto è bene quel che finisce bene… Finché non arriva lui, il coinquilino che Cracco levati proprio: “Non sappiamo se essere più dispiaciuti per il ragù venuto male o per le galline che dovranno mangiarlo”. Il commento, l’avrete intuito, è dell’account verificato della Coop. “Nel dubbio, ti proponiamo il Sugo alla napoletana con calamari Fior Fiore: i sapori della terra, i profumi del mare e nessun odore strano!”.

Un approccio commerciale che con ogni probabilità non porterà a un aumento delle vendite, temiamo. “Ma cosa fai, pubblicità?” scrive un utente. “Ma si può? Ma non vi vergognate? E poi, ma esiste ancora la coop? Non era scomparsa insieme al PD?”. “Cercate di vendere prodotti su questo gruppo, così tutti si sentiranno chef” commenta un altro. “Vergognatevi”.

Insomma, gli sfottò si sprecano. Uno in particolare ha reso perfettamente l’assurdità della situazione: “Il social media manager di Coop ha il coraggio di un tizio che entra in una gabbia di iene indossando una camicia di bistecche. Applausone”.

Il punto più divertente, però, è un altro ancora. Eh sì, perché a rendere la situazione ancora più tragicomica è il fatto che si tratta di una partnership commerciale tra il gruppo stesso e l’azienda: il “regolamento” prevede infatti che siano gli stessi utenti ad attirare i commenti della Coop usando l’hashtag #bastacenetristi. Un’idea che evidentemente non ha avuto molto successo – tradotto: nessuno ha voglia o interesse nel farlo -, e la Coop ha deciso di invadere i post di sua iniziativa. Sì, proprio come il nostro coinquilino incapace di stare nel suo.