Dieta mediterranea in gravidanza: seguirla può dimezzare il rischio di diabete gestazionale

Uno studio ha analizzato i benefici della dieta mediterranea durante la gravidanza e scoperto riduzioni del rischio su diverse complicazioni.

Dieta mediterranea in gravidanza: seguirla può dimezzare il rischio di diabete gestazionale

Che seguire la dieta mediterranea porti a una serie di benefici tangibili e concreti sulla propria salute non è certo una novità, tant’è che di recente è stata piazzata per il sesto anno consecutivo sul primo posto del podio dei migliori regimi alimentari. Uno studio condotto da un team di ricercatori statunitensi, tuttavia, ha voluto approfondire il legame tra questa particolare dieta e la gravidanza, portando alla luce una serie di riduzioni del rischio a parte delle numerose complicazioni che potrebbero sorgere durante questa delicata fase della vita. I risultati, pubblicati sul Journal of the American Medical Association’s, spaziano da una netta diminuzione del rischio di soffrire di complicazioni generali a un vero e proprio dimezzamento della possibilità di contrarre il diabete gestazionale: diamoci un’occhiata.

Gli effetti della dieta mediterranea sugli esiti avversi della gravidanza

Dieta Mediterranea

Il team di studiosi si è per l’appunto concentrato sull’influenza del regime alimentare in questione sulla riduzione dei cosiddetti Apo, ossia gli esiti avversi della gravidanza come ipertensione gestazionale, preeclampsia o eclampsia, diabete gestazionale e nascita prematura o morte del nascituro. È bene notare, prima di proseguire, che la dieta utilizzata come modello nel contesto dello studio è in realtà la Dieta Mediterranea Alternativa (aMed per gli amici), ossia una forma “ricalibrata” della versione più tradizionale che è stata adattata per la popolazione degli Stati Uniti.

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La raccolta dei dati è avvenuta “appoggiandosi” su di uno studio più ampio denominato Nulliparous Pregnancy Outcomes Study: Monitoring Mothers-to-Be, che ha coinvolto più di 10 mila partecipanti nel lasso di tempo compreso tra il 2010 e il 2013. Di tutta questa mole, un bacino di circa 7800 donne ha completato la verifica grazie a una serie di questionari autocompilati necessari a valutare l’esposizione (o l’adesione) al regime della dieta mediterranea. Per giungere alle proprie conclusioni, gli studiosi hanno ottenuto un punteggio (compreso tra 0 e 9) sulla base dell’assunzione di nove componenti – verdure,  frutta, noci, cereali integrali, legumi, pesce, rapporto tra grassi mono-insaturi e saturi, come pure carni lavorate e alcolici.

Diamo dunque un’occhiata ai risultati: il gruppo che ha totalizzato i punteggi più alti aveva una riduzione del 21% del rischio di soffrire di complicazioni della gravidanza per sé o per i propri figli; e il 35% di probabilità in meno di preeclampsia o eclampsia rispetto al gruppo che invece ha messo a segno il punteggio più basso.

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È bene notare, rimanendo in questo contesto, che non sono state rilevate differenze legate alla razza, all’etnia di appartenenza o a un eventuale precedente stato di obesità – un dettaglio che suggerisce come l’adozione della dieta mediterranea porti benefici identici “per le donne di tutte le origini razziali ed etniche, con e senza obesità”.

Il valore più notevole, in ogni caso, rimane il tasso di riduzione della probabilità di contrarre il diabete gestazionale, che è stato abbattuto del 54%: “I nostri risultati” hanno commentato gli studiosi “si aggiungono al crescente numero di evidenze che dimostrano come il modello di dieta mediterranea possa svolgere un ruolo importante nel preservare la salute delle donne lungo tutto l’arco della vita, anche durante la gravidanza”.