Il classico “prendi uno, paghi due”, sempreverde strumento della GDO per attirare clienti e smaltire le scorte, verrà messo al bando nel Regno Unito: il governo ha infatti introdotto il divieto di promozioni sui cibi e le bevande considerati poco salutari.
La misura, che si applica tanto ai supermercati quanto ai negozi e anche alla spesa online, vorrebbe salvaguardare la salute degli inglesi, ma ha trovato decise opposizioni e rinvii a causa della recente crisi e dell’aumento del costo della vita, per il quale offerte di questo tipo possono rappresentare un pur modesto sollievo.
Offerte poco salutari
L’obiettivo dichiarato è contrastare l’aumento dei tassi di obesità, in particolare quella infantile: secondo i dati infatti, più di un quarto degli adulti e un quinto dei bambini al termine della scuola primaria sono classificati come obesi. Un portavoce del Dipartimento della Sanità e dell’Assistenza Sociale ha affermato che questa restrizione è un “passo cruciale” per dare ai bambini un inizio di vita sano e felice, aggiungendo che “l’obesità priva i bambini della migliore partenza possibile nella vita, li predispone a una vita di problemi di salute e costa miliardi al servizio sanitario nazionale”.
Il divieto riguarda una vasta gamma di prodotti, definiti “non salutari” da un sistema di classificazione governativo. Tra questi rientrano bevande gassate zuccherate, patatine, dolci, cioccolatini, gelati, torte, ma anche alcuni tipi di bastoncini di pesce e pizze. Oltre alle offerte nei negozi, la normativa vieta anche le promozioni di ricariche gratuite (“free refill”) per alcune bevande nei ristoranti e nei caffè.
Secondo gli esperti, l’impatto di queste offerte sulle abitudini di acquisto è notevole: Greg Fell, presidente dell’Associazione dei Direttori della Sanità Pubblica, ha dichiarato che la mossa era attesa da tempo, spiegando che “le promozioni multi-acquisto non fanno risparmiare denaro, anzi, incoraggiano a spendere di più”. A suo avviso, queste offerte “sono progettate per incoraggiare acquisti impulsivi e per normalizzare l’acquisto di quantità maggiori e con maggiore frequenza”.
Dal canto loro, i rivenditori sembrano aver accolto la novità senza troppi scossoni, con grandi catene come Tesco e Sainsbury’s che avevano già introdotto restrizioni simili in autonomia. Andrea Martinez-Inchausti, del British Retail Consortium, ha confermato che “la stragrande maggioranza dei nostri membri è già conforme” e che i rivenditori stanno supportando “i clienti a fare scelte più sane attraverso una migliore etichettatura delle calorie, la riformulazione dei prodotti e il controllo delle porzioni”.
Questo divieto è solo il primo passo di una strategia più ampia, che vedrà da gennaio anche restrizioni sulla pubblicità di cibo spazzatura in TV prima delle 21:00 e un divieto totale delle promozioni online. Misure simili sono attese anche in Galles e Scozia.