Ecco dove esportiamo il 60% della nostra pasta

Uno studio di Unione Italiana Food disegna un mercato estero della pasta italiana in forte crescita.

Ecco dove esportiamo il 60% della nostra pasta

Nessuno si stupirà se l’Italia conferma il suo primato di produttore mondiale di pasta, una posizione sostenuta da numeri in forte crescita, e a confermarlo sono i dati di uno studio di Unione Italiana Food, prima associazione italiana per rappresentanza diretta di categorie merceologiche, che ha elaborato i dati Istat del 2024: l’export del nostro cibo più amato cresce del 9,1% rispetto al 2023, 2.420.345 tonnellate, per un valore economico pari a 4,02 miliardi di euro.

La pasta italiana all’estero

pasta

Più della metà della produzione dei nostri pastifici è dedicata ai mercati esteri: “oggi quasi il 60% dei pacchi di pasta prodotti in Italia viene esportato – spiega Margherita Mastromauro, Presidente dei Pastai Italiani di Unione Italiana Food. – E se la pasta italiana gode all’estero di tanto successo e ha un percepito estremamente positivo, è merito del saper fare centenario dei pastai italiani.”

La maggioranza della pasta esportata, circa 1,5 milioni di tonnellate pari al 62,9%, è destinata ai paesi dell’Unione Europea, soprattutto Germania (467.183 tonnellate) e Francia (278.511 tonnellate).
Al di fuori dell’UE sono state esportate 898.815 tonnellate, con Stati Uniti (302.177 tonnellate), Regno Unito (283.478 tonnellate) e Giappone (69.589 tonnellate) a comporre il podio dei compratori.

Qual è il formato di pasta preferito dagli italiani? Qual è il formato di pasta preferito dagli italiani?

Ad alimentare il mercato internazionale della pasta italiana ci sono anche molti nuovi paesi compratori: parliamo di Svezia, Canada, Polonia, Arabia Saudita, Brasile, Cina, Repubblica Ceca, Croazia, Romania, Albania ,Portogallo, Malta, Libano, che registrano aumenti negli acquisti tra il 5 e il 20%. Stupiscono i mercati africani e sudamericani, con Messico, Argentina, Etiopia, Eritrea, Sri Lanka e Paraguay che registrano una crescita superiore al 50%.

Mastromauro commenta così: “la pasta italiana è un prodotto in grado di rispondere alle esigenze dei consumatori più attenti. Il nostro impegno è quello di continuare a valorizzare questo patrimonio culturale e alimentare, rafforzando le relazioni commerciali internazionali e promuovendo il Made in Italy nel mondo”.