A pochi giorni dalla scomparsa di Bernardo Caprotti, arriva oggi la notizia della lettura del suo testamento.
È avvenuta a Milano, nello studio del notaio Piergaetano Marchetti, eletto alla presidenza del consiglio di amministrazione della holding Supermarkets Italiani, la società che controlla Esselunga.
Lo stesso ha anche annunciato la volontà di fermare la vendita del colosso, arrestando così la ricerca dei candidati (in particolare Blackstone e CVC) per cui era stato incaricata Citigroup.
È stata nominata, inoltre, una figura di garanzia, Vicenzo Mariconda, il legale della famiglia Caprotti, a cui spetta il delicato compito di gestire il regno nell’attesa della proclamazione di un successore.
Le ultime volontà del fondatore di Esselunga vedono come eredi principali la moglie Giuliana Albera e la figlia Marina Sylvia.
Il 75% dell’eredità complessiva, infatti, è definito ‘legittima’ ed è vincolato.
Il 25% di questo è destinato alla vedova, mentre il restante 50% è da dividere in parti uguali tra i tre figli, Giuseppe e Violetta (i figli nati dal primo matrimonio dell’imprenditore) e Marina Sylvia (figlia di seconde nozze), ognuno dei quali raggiunge così il 16,6%. Ma alla terzogenita, assieme alla madre, spetta anche il restante 25% non vincolato.
Le eredi principali arrivano dunque a un totale di più del 66% (precisamente il 66,7%) dei 7,3 miliardi di ricavi di Esselunga, con conseguente ruolo di comando nell’assemblea non solo ordinaria ma anche straordinaria.
Donazioni, poi, al Museo del Louvre — Caprotti possedeva diverse collezioni private e quadri — e lasciti a nipoti e ai rispettivi figli.
Nonostante l’estromissione del primogenito avvenuta nel 1996 e seguita da burrascose vicende legali, Giuseppe Caprotti afferma di voler salvaguardare il patrimonio che gli è stato trasmesso.
[Crediti | Link: Dissapore, Milano Finanza]