Firenze: Trattoria Burde rifiuta di servire i politici

A Firenze la famosa Trattoria Burde ha deciso di rifiutarsi di servire i politici: per loro neanche più l'asporto perché i ristoratori sono a terra e loro non li ascoltano.

Firenze: Trattoria Burde rifiuta di servire i politici

A Firenze la Trattoria Burde (di cui vi avevamo parlato in una recensione, una di quelle da provare se passate in zona) si rifiuta di servire i politici. Motivo? I politici non ascoltano i ristoratori? Ebbene, allora il locale non li ospiterà più. Ma non solo: per loro neanche l’asporto.

Andrea Gori, il titolare, non vede l’ora che un politico si presenti alla sua porta chiedendo un tavolo libero. Quando accadrà gli dirà che è “tutto esaurito”. E pensare che in passato molti politici sia locali che non si sono presentati sia per concedersi un pasto, sia per organizzare incontri anche riservati.

Gori chiarisce che tutti i politici che sono transitati nel suo locale hanno sempre pagato il conto fino all’ultimo euro. Dal canto suo, lui ha sempre cercato di accoglierli tutti a braccia aperte, aiutandoli anche a capire meglio la realtà della ristorazione. Ma ora sembra che per il mondo politico i ristoratori siano diventati inutili, tanto che aprono e chiudono da un giorno all’altro.

Per questi motivi, da Trattoria Burde i politici non mangeranno più: non avranno una sedia al tavolo e neanche il cibo da asporto. Il fratello Paolo, un pochino più moderato, ha poi spiegato che non è che vieteranno per sempre l’accesso dei politici al Burde. Si tratta solamente di un modo per farsi sentire con quel pizzico di goliardia fiorentina che li caratterizza.

Comunque sia, anche Paolo è categorico: finché i politici non li ascolteranno, qui non verranno più sentiti. E questo indipendentemente dal partito di appartenenza. La categoria si sente dimenticata da tutti. Eppure, come molti altri ristoratori, hanno investito per mettere in sicurezza i locali che vengono sanificati e controllati di continuo.

Prima della pandemia, Trattoria Burde fatturava circa 50mila euro al mese. Adesso hanno perso l’80% del fatturato, ma le spese fisse, i dipendenti e i lavori per la messa in sicurezza hanno dovuto pagarli. La categoria dei ristoratori sta pagando uno dei prezzi più alti per la pandemia: sono centinaia le attività in Italia che hanno abbassato per sempre la saracinesca e altre stanno per prendere tale decisione.

Il giro di affari si è ridotto fra il 60 e il 90% a causa dei continui cambi di colore delle zone e delle restrizioni. Paolo poi conclude sostenendo che le riaperture dell’estate non sono servite in quanto dove sono loro i turisti non arrivano. Inoltre solitamente lavorano in inverno con i dipendenti delle aziende, ma adesso stanno perdendo tutto.