Foppolo: dopo 70 anni la famiglia Berera mette il ristorante K2 in vendita

Il K2, storico ristorante di Foppolo, è stato messo in vendita dalla famiglia Brera dopo ben 70 anni di attività.

Foppolo: dopo 70 anni la famiglia Berera mette il ristorante K2 in vendita

Non una chiusura, ma un addio che ha il sapore amaro di una resa. Dopo ben 70 anni di storia Fulvio Berera ha deciso di mettere in vendita il ristorante-residence K2 in quel di Foppolo, aperto nel lontano 1953 dalla madre Alessandra e dalla sorella Laura. L’ennesima vittima mietuta dalla falce dei rincari alle materie prime o ai costi energetici? Non proprio, no, anche se con ogni probabilità gli ultimi tempi sono stati complicati anche a questi altitudini. Un cratere in bilancio provocato dalle chiusure causa Covid, troppo profondo per essere risanato o ignorato? No, nemmeno. Una mossa dettata dal declino di una località che ha vissuto i proverbiali tempi d’oro ormai troppi anni fa? No, niente di tutto questo: i problemi principali, stando a quanto spiegato dal signor Berera, sono due – la mancanza di personale e la dittatura dell’età.

Il K2 di Brera: dall’élite delle stazioni sciistiche alla messa in vendita

ristorante

“Non troviamo personale che possa aiutarci: questo è il problema principale” ha raccontato Fulvio Berera durante una breve intervista rilasciata all’Eco di Bergamo. “Io ho 71 anni, mia mamma Sandra 93 ed è ancora ai fornelli. Nei fine settimana 25 dipendenti, ma non bastano. I figli hanno preso altre strade e noi non possiamo continuare a lavorare dalle 7 di mattina a mezzanotte. Cerchiamo chi possa acquistare e continuare l’attività”.

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Una spiegazione semplice: il K2 si piega alla tragica praticità dei problemi. Aperto 70 anni fa in località Foppelle, nella zona alta del paese, l’eco dell’entusiasmo e della ricchezza degli anni passati echeggia ancora nelle sale. “Ho visto la stazione sciistica quando era all’apice” racconta a tal proposito Fulvio Berera. “Ora non è più così, dispiace. Ma il lavoro resta tanto”.

Un lavoro naturalmente oneroso, quello del ristoratore – sul fisico, sulla mente e sull’orologio. Berera ci tiene a sottolineare: “Mi piace ancora, ma è sempre più difficile proseguire. Andrei ancora avanti ma non ho personale sufficiente. Mamma ha 93 anni, mi aiuta mia sorella Gabriella ma spesso il lavoro è massacrante. Abbiamo 15 dipendenti fissi, che diventano 25 nei fine settimana. Ce ne vorrebbero almeno 30. Ma non si trovano”.

Un problema che sta scuotendo l’intero settore, di fatto: turni lunghi, giorni festivi e fine settimana impegnati e uno stipendio misero (non che questo sia il caso del K2, beninteso: non ci è capitata tra le mani una loro busta paga) sono solo alcuni degli ingredienti che hanno innescato una vera e propria crisi del personale nella ristorazione.

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Quali sono i piani per il futuro, quindi? “Riuscire a vendere bar e ristorante, o affittare se non troviamo acquirenti” spiega Berera. ” Si possono valutare tutte le soluzioni, noi per ora proseguiamo finché ci è possibile. Lasciare tutto ci dispiacerà sicuramente, sia a me sia a mia mamma, ma non vediamo molte alternative dopo 70 anni di attività”.