Francesco Lollobrigida attacca la carne sintetica: “Trovarsela nel piatto fa schifo”

Nel corso di un'intervista Francesco Lollobrigida ha attaccato la carne sintetica, definendola - tra le altre cose - un'aberrazione.

Francesco Lollobrigida attacca la carne sintetica: “Trovarsela nel piatto fa schifo”

Nel corso di una recente intervista rilasciata ai microfoni del Corriere della Sera il neo ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha avuto modo di ventilare tutta la sua disapprovazione per la cosiddetta carne sintetica, che sempre più pare assumere i terrificanti connotati del Grande Nemico della politica nostrana. Carne coltivata – questa la denominazione più corretta – o, se preferite adottare i termini coldirettiani, “in provetta” e perfino “Frankestein” che, evidentemente, non incontra i gusti culinari del buon Lollobrigida, che non ha esitato a sottolineare come “trovarsi nel piatto un prodotto così fa schifo”.

carne sintetica

Eh sì, parliamo di “gusti”, perché di fatto dal momento in cui il ministro dice “fa schifo” ci pare evidente che la dichiarazione diventi una mera questione di gusto personale, no? Poi vabbè, sorvolando sul fatto che “schifo” al cibo non lo si dice mai (lezione della nonna, le basi proprio), di fatto potremmo chiudere qui la questione: sì, un ministro che sente la necessità di pontificare sui propri gusti alimentari è un poco strano, ma siamo anche abituati a peggio. Meglio le delizie degli allevamenti attuali, non c’è ombra di dubbio.

“L’obiettivo è difendere i cittadini dalle degenerazioni della globalizzazione” chiosa ancora Lollobrigida. “La tendenza che vogliono far passare è che l’importante è nutrirsi. A prescindere da dove e come viene prodotto il cibo. Ma noi non possiamo accettarlo. Il prodotto italiano è un’eccellenza nel mondo. E il legame con il territorio è di primaria importanza. Quello che davvero ci allarma sono degenerazioni di cui nessuno parla, come la produzione di carne in laboratorio. Noi di FdI avevamo firmato una petizione promossa da Coldiretti per contrastare questa aberrazione“. Insomma, forse se avesse detto “Trovarsi nel piatto un prodotto del genere senza esserne informati sarebbe un danno per i consumatori” sarebbe stato un poco più diplomatico – ma pretendere troppo non è mai giusto.