Francesco Lollobrigida ha sentito Sigfrido Ranucci, e alla fine non ha tutti i torti

Il Ministro Francesco Lollobrigida chiarisce meglio la sua posizione riguardo al servizio di Report sul vino, e alla fine non è del tutto sbagliata.

Francesco Lollobrigida ha sentito Sigfrido Ranucci, e alla fine non ha tutti i torti

Giusto ieri non abbiamo potuto non notare come, ancora una volta, le esternazioni di Francesco Lollobrigida sul caso del servizio di Report sul vino italiano ci lasciassero un tantino perplessi. L’invito a non danneggiare a prescindere un’eccellenza italiana ci sembrava fuori luogo, soprattutto se tirava in ballo un servizio pubblico che – a detta del ministro dell’Agricoltura – dovrebbe fare gli interessi di Stato.

Cosa che per noi significa, prima di tutto, fare l’interesse dei consumatori, e solo in un secondo momento delle aziende che producono i prodotti per cui siamo famosi in tutto il mondo, vino in primis.

Le nuove dichiarazioni di Lollobrigida

C’è da dire però che in queste ore il ministro ha avuto modo di chiarire meglio il suo punto di vista, e meno male. “Quello che penso che sia utile per tutti, specie in una televisione pubblica, è informare complessivamente, denunciando quello che non va e valorizzando tutto quello che funziona, altrimenti creiamo un danno alla nostra economia”, ha detto Lollobrigida ad Agricoltura.it“.

“Ho sentito Ranucci con il quale c’è un rispetto da posizioni diverse e gli ho sollevato esattamente queste mie obiezioni; siete una televisione di stato, una trasmissione importante ed interessante, ditelo in premessa, che a fronte del caso che denunciate, ce ne sono centinaia di migliaia di casi che vanno valorizzati per permettere in condizioni di continuare a garantire il mondo rispetto alla qualità dei nostri prodotti”.

E su questo Lollobrigida non ha tutti i torti: Report, pur facendo un lodevole lavoro di informazione, ha spesso il difetto di portare a casa servizi che danno una percezione molto negativa di tutto un “sistema”, quando a volte quel “sistema” neanche esiste. Probabilmente è quel che succede ed è successo con il vino: si sono raccontate delle cose che non funzionano (e sulle quali certamente ci deve essere maggiore chiarezza) ma il rischio è che il grande pubblico porti a casa una diffidenza generale (e spesso immotivata) nei confronti di un intero comparto, che comprende anche (tante) aziende virtuose.

Alla fine, quindi, il ministro non ha tutti i torti nel dire che è importante tutelare chi lavora bene, specificando che, se le problematiche ci sono, non tutti ne fanno parte.