Francesco Lollobrigida: il “cibo sintetico” mette a rischio salute, ambiente e patrimonio enogastronomico

Francesco Lollobrigida torna a parlare del "cibo sintetico", sostenendo che metta a rischio la salute, l'ambiente e il patrimonio enogastronomico

Francesco Lollobrigida: il “cibo sintetico” mette a rischio salute, ambiente e patrimonio enogastronomico

Francesco Lollobrigida, il ministro dell’Agricoltura e di tutte altre cose, è tornato a parlare del suo argomento favorito, “il cibo sintetico”. Questa volta ha ribadito ancora una volta come, quello che lui definisce come “cibo sintetico”, metta a rischio la salute, l’ambiente e il patrimonio enogastronomico.

Francesco Lollobrigida torna a parlare (di nuovo) del “cibo sintetico”

carne coltivata

Lo so, finora ci abbiamo scherzato sopra, ma davvero: quella di Francesco Lollobrigida e del governo attuale in generale sembra essere una vera ossessione per quello che chiamano impropriamente “cibo sintetico”. Perché di sintetico non ha proprio niente, come spiegato anche da diversi scienziati e biologici: è carne coltivata in laboratorio, creata partendo da cellule animali vere.

E a dirlo non siamo noi. Basta andare sul dizionario Treccani e, fra le tante definizioni, ecco che in chimica l’aggettivo “sintetico” viene usato per definire quelle sostanze ottenute per sintesi, non provenienti dall’elaborazione di organismi animali o vegetali. Dunque, essendo la carne coltivata in laboratorio derivata da cellule animali vere, perché continuare a definirla come “sintetica”?

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Ma torniamo al ministro Lollobrigida e alla sua crociata. Durante un’interrogazione al Question Time della Camera, così come rivelato dall’Adnkronos, ecco che il ministro dell’Agricoltura, rispondendo a una domanda in merito al divieto di importazione di alimenti “sintetici”, ha sostenuto che i rischi per la salute sono già stati segnalati nel mondo scientifico (dove, non è ben chiaro: facendo un rapido giro su PubMed si trovano articoli che per lo più parlano delle tecnologie usate e delle prospettive d’uso).

Lollobrigida ha poi continuato sostenendo che sia certo “l’impatto dirompente” di tali produzioni suo nostro sistema enogastronomico che è basato sulla qualità degli alimenti e che rappresenta il nostro valore aggiunto (anche qui non è ben chiaro dove sia stato messo nero su bianco tale “impatto dirompente”: non basta annunciarlo, sarebbe carino anche dimostrarlo).

Il ministro ha dunque sottolineato ancora una volta la sua posizione contraria alla carne coltivata in laboratorio, non fosse stata ben chiara dopo l’approvazione in tempo lampo del decreto che ne vieta la sua produzione, la sua commercializzazione e la sua importazione. E questo nonostante la FDA americana abbia già dato l’autorizzazione al commercio della cell-based meat (potreste trovarla indicata anche così, è altrettanto corretto di carne coltivata in laboratorio).

Non pago, Lollobrigida ha poi continuato sostenendo che questo tipo di produzioni sia anche un rischio per l’ambiente, portando a testimonianza “fenomeni di spopolamento e desertificazione sperimentate nel passato a causa di scelte strategiche sbagliate”. Non ci chiedete in che modo le due affermazioni siano collegate: come può una carne coltivata in laboratorio causare una desertificazione?