Francesco Masciullo: come si diventa a 25 anni il barista migliore d’Italia

Francesco Masciullo, 25 anni, è stato proclamato al Sigep di Rimini il barista migliore d'Italia. Come ha fatto? L'incontro decisivo è stato con Francesco Sanapo di Ditta Artigianale, la caffetteria di Firenze

Francesco Masciullo: come si diventa a 25 anni il barista migliore d’Italia

Un amore viscerale per il caffè. E una passione incontenibile  per il proprio lavoro.

Questi gli ingredienti che hanno portato Francesco Masciullo, salentino, 25 anni, a vincere il Campionato italiano baristi che si è svolto domenica scorsa al Sigep di Rimini, la principale fiera italiana riservata al mondo del dolce.

Masciullo risiede da anni a Firenze,  dove lavora come capo-barista presso “Ditta Artigianale”, il locale-caffetteria  di proprietà di Francesco Sanapo, al numero 1 tra le caffetterie artigianali di Dissapore.

Proprio grazie agli insegnamenti di Francesco Sanapo, che ha instillato nel giovane barista l’amore per il caffè, Masciullo è arrivato a ottenere  il titolo, guadagnandosi così  l’onore di rappresentare l’Italia al Campionato mondiale baristi che si terrà a Seoul, in Corea del Sud, il prossimo novembre.

Il concept di gara scelto dal barista di Ditta Artigianale è stato il riscaldamento globale, un fenomeno che sta influenzando enormemente anche  il mondo del caffè. Ma questa volta in positivo, dal momento che le alte temperature conferiscono ai chicchi di caffè aromi  del tutto nuovi e inediti.

“Abbiamo selezionato 3 tipologie di chicchi –ha raccontato Masciullo in una recente intervista— che devono le loro eccezionali caratteristiche gustative proprio al surriscaldamento della Terra; ognuna di queste tipologie  è stata la base di una delle bevande che ho sottoposto ai giurati”.

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La competizione consisteva infatti  nella preparazione di tre diverse bevande, un espresso, un drink a base di latte e un “signature beverage”;  il giovane barista ha scelto per la categoria “espresso” un caffè colombiano di una particolare varietà botanica, la sl28, impiegata anche per il “signature beverage” ma nella varietà proveniente dal Kenya, mentre per il drink a base di latte ha optato per un caffè del Costa Rica.

La particolarità sta nel fatto che l’sl28 è  una varietà botanica non “naturale” ma sviluppata in laboratorio, chiarisce Masciullo, ideata proprio “per resistere alle alte temperature e alla siccità del Kenya”, e che presenta “caratteristiche gustative spettacolari”.

La particolare miscela di caffè scelta da Masciullo, a differenza delle ordinarie varietà di caffè, non presenta infatti  i classici retrogusti intensi di nocciola, cioccolato e frutta fresca, e proprio questa sua caratteristica è stata quella che ha maggiormente convinto i giudici, affascinati da aromi del tutto differenti rispetto ad un caffè  naturale.

“Ho iniziato a prepararmi alla gara tre mesi fa, quando Francesco Sanapo è stato in viaggio in Colombia, ha assaggiato il nuovo raccolto di sl28 ed è rimasto stupefatto. Quando è tornato in Italia me lo ha fatto assaggiare ed è stato un amore al primo sorso”, continua Masciullo.

Dettagli,  cure, attenzioni uniche  che fanno la differenza, e che testimoniano il lungo lavoro di ricerca e la passione che hanno portato il giovane salentino alla conquista del titolo di Campione.

Una passione nata per caso, ma che lo ha portato ben presto a meritare il prestigioso riconoscimento: “Ho iniziato a gareggiare per gioco, tre anni fa in una competizione di latte- art, e mi sono classificato in terza posizione”, racconta il giovane vincitore, appena consacrato migliore barista italiano nonché Campione nazionale del caffè.

“E la differenza – continua Masciullo – l’ha fatta l’essere convinto, la dedizione”.

[Crediti | Link: Tuttofiere, Dissapore, immagini: An american in Rome]