Frutta esotica in Italia: il cambiamento climatico ha fatto raddoppiare la produzione in tre anni

Frutta esotica o tropicale... a chilometri zero? Ora si può - una piccola cortesia del cambiamento climatico.

Frutta esotica in Italia: il cambiamento climatico ha fatto raddoppiare la produzione in tre anni

Frutta esotica e tropicale… a chilometri zero? Ebbene sì – una piccola (ma inquietante) cortesia del cambiamento climatico. Le temperature sempre più alte degli ultimi anni, infatti, hanno fatto in modo che queste tipologie di coltivazioni trovino terreno fertile nel Sud Italia: attualmente, secondo le stime redatte dalla Coldiretti, gli ettari complessivi di terreno dedicati a queste colture dovrebbero essere circa un migliaio e distribuiti tra Puglia, Sicilia e Calabria – una mole che negli ultimi tre anni ha di fatto raddoppiato la produzione.

salsa mango

Non è certo un segreto, dopotutto, che le temperature stiano rivoluzionando l’agricolturabasti pensare anche al rapporto tra Regno Unito e Pinot Nero -: nei campi hanno preso ad apparire frutti che fino a qualche tempo fa apparivano solamente sugli scaffali importati come lo zapote nero che sa di cioccolato, l’annona dal sapore acidulo-dolciastro, la feijoa simile ad prugna, il Casimiroa che ricorda la pesca, fino al litchi. Nel contesto del Mezzogiorno spicca soprattutto la Puglia, che vanta – di nuovo, stando alle stime Coldiretti – ben 500 ettari dedicati alla frutta tropicale come avocado, mango e lime.

Interessante considerare, rimanendo in Puglia, come questa “onda esotica” stia di fatto rigenerando un paesaggio altrimenti devastato dall’imperversare della Xylella. Gli italiani, nel frattempo, apprezzano: secondo Coldiretti il 61% dei cittadini acquisterebbe più tropicali “locali” rispetto a quelli stranieri, mentre il 71% è perfino disposto a pagare di più per avere la certezza dell’origine. Principe dei consumi, in questo contesto, è l’avocado, poi seguito da mango e papaya.

Fonte: ANSA
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