Gabbiani morti di aviaria anche in Trentino, le autorità spiegano come comportarsi se si trovano carcasse

Sono stati individuati alcuni gabbiani morti di influenza aviaria anche in Trentino: ecco le linee guida fornite dalle autorità.

Gabbiani morti di aviaria anche in Trentino, le autorità spiegano come comportarsi se si trovano carcasse

Le analisi delle autorità sanitarie locali non hanno lasciato spazio ai dubbi – i gabbiani trovati morti negli ultimi giorni presso le rive del Lago di Garda erano positivi all’influenza aviaria. L’allarme è scattato: il mondo si sta trovando di fatto a fare i conti con l’epidemia di questo particolare morbo più grave di sempre, con gli allevamenti di tutto il globo che si sono trovati a dover abbattere centinaia di migliaia di pennuti e i casi più recenti che raccontano di un allargamento dei contagi anche nei mammiferi. Fa preoccupare, dunque, apprendere che nelle ultime ore è stato individuata la carcassa di un gabbiano, poi risultato positivo al virus, anche presso la provincia di Trento.

Influenza aviaria in Trentino: le raccomandazioni delle autorità

allevamento polli

A onor del vero è bene notare che il territorio provinciale del capoluogo regionale del Trentino e il distretto del Lago di Garda sono ben vicine, ed è pertanto plausibile immaginare che le autorità sanitarie locali si aspettassero di individuare nuove positività in queste zone. Al di là di quanto ci si potesse aspettare, tuttavia, l’allerta rimane alta, così come il timore che il morbo riesca a penetrare negli allevamenti locali portando a ingenti danni economici.

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“Stiamo monitorando la situazione” ha commentato l’assessore all’agricoltura, foreste, caccia e pesca Giulia Zanotelli “tramite Apss e l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, il centro di competenza territoriale individuato a livello nazionale e siamo in contatto con i colleghi della Regione Lombardia e della Regione del Veneto. Al momento la situazione è sotto controllo ma raccomando prudenza per l’elevato numero di ritrovamenti nei territori confinanti”.

Il quadro complessivo, lo ripetiamo, è ben lontano dall’essere preoccupante; ma è bene non dormire sui proverbiali allori e adottare le misure profilattiche necessarie a prevenire quanto più possibile la diffusione del virus sul territorio nazionale e, come accennato in precedenza, tutelare soprattutto gli allevamenti.

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Pertanto, le autorità sanitarie si raccomandano di segnalare immediatamente alle unità operative di Igiene e sanità pubblica veterinaria dell’Apss competenti per territorio qualsiasi moria anomala nel pollame allevato, mantenendo allo stesso tempo quest’ultimo al chiuso in modo da evitare eventuali contatti con altri volatili selvatici. Rimane da vedere se sarà introdotto l’obbligo di tenere il pollame al chiuso, come già successo in Repubblica Ceca e in Francia.

Oltre a prestare particolare attenzione ai propri pennuti, le autorità invitano la popolazione a segnalare al  Corpo forestale attraverso il numero 112 il rinvenimento di carcasse di volatili specialmente se si tratta di un numero piuttosto consistente, naturalmente evitando di manipolare i cadaveri.