Giappone: primi arresti legati al “Sushi Terrorism”

La polizia in Giappone ha effettuato i primi arresti legati alla disgustosa moda del "Sushi Terrorism".

Giappone: primi arresti legati al “Sushi Terrorism”

A cercare “Sushi Terrorism” sul dizionario rimarreste delusi, quindi ci pensiamo noi: si tratta di un neologismo forgiato appositamente per indicare la stravagante – e decisamente disgustosa – pratica di sputare nel piatto dei vicini, leccare le bottiglie di salsa di soia, toccare il sushi di altre persone dopo essersi messi le dita in bocca, recentemente entrata in voga in Giappone. Il caso più recente, stando a quanto lasciato trapelare dai media locali, è stato di un cliente che si è asciugato la bava usando del cibo destinato ad altri commensali: la cosiddetta goccia che ha fatto traboccare il vaso, visto che poco dopo hanno cominciato a fioccare notizie di arresti.

Una moda repellente che ha scioccato un intero settore

Sushi in Giappone

L’agenzia di stampa Kyodo ha riferito che tre persone, tutte facenti parte dello stesso gruppo di commensali, sono state recentemente arrestate con l’accusa di “ostruzione forzata del business”. Si tratta, stando a quanto riportato dalla stessa agenzia di stampa, dei primi arresti a clienti sospettati di “comportamento antigienico e molesto” o, se preferite, di “Sushi Terrorism”; tra cui un ragazzo di 21 anni accusato di avere bevuto la salsa di soia direttamente dal contenitore comunale.

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Kura Sushi, società proprietaria del ristorante in cui si è verificato il tutto, ha espresso profonda soddisfazione tramite un comunicato stampa: “Azioni sconsiderate come queste scuotono le fondamenta del rapporto di fiducia che abbiamo costruito con i nostri clienti, e speriamo sinceramente che l’intervento della polizia scoraggerà altri da comportarsi in questo modo”.

Il terrore del “Sushi Terrorism”, tuttavia, sembra ormai già ben radicato nel pubblico giapponese, tanto che diverse catene di ristoranti si sono viste costrette ad adottare misure innovative per convincere i clienti a sedersi ai propri tavoli. Choshimaru, azienda che gestisce punti vendita nell’area metropolitana di Tokyo, ha ad esempio dichiarato di voler fermare i tradizionali nastri trasportatori che serpeggiano tra i tavoli; mentre Sushiro, vero e proprio colosso del settore, ha introdotto una “corsia espressa” per consegnare il cibo direttamente ai clienti minimizzando il rischio che altri simpatici commensali possano allungare le proprie manacce (o la propria lingua).

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Altri ancora, come la sopracitata Kura Sushi, hanno invece intenzione di installare all’interno dei propri ristoranti degli impianti di registrazione dotati di intelligenza artificiale per monitorare in tempo reale i tavoli dei clienti e individuare immediatamente eventuali “terroristi”. La misura, per quanto possa rivelarsi utile, è tuttavia stata accolta con diffidenza in quanto si avvicinerebbe pericolosamente al mettere la propria clientela sotto sorveglianza.