Grano, il Brasile è convinto di poter aumentare la superficie coltivata “senza deforestazione”

Il Brasile è convinto di poter aumentare la superficie coltivata a grano e altri cereali senza ricorrere alla deforestazione: vediamo come.

Grano, il Brasile è convinto di poter aumentare la superficie coltivata “senza deforestazione”

La regola sembra semplice – per aumentare la superficie destinata alle colture è necessario fare dello spazio, e questo sovente implica abbattere nuovamente degli alberi. C’è un cavillo furtivo, tuttavia, che potrebbe permettere di eludere il sistema e ottenere un aumento del suolo agricolo senza ricorrere alla deforestazione: per scoprirlo basta ascoltare le più recenti dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura del Brasile, Carlos Favaro, che durante un’intervista rilasciata a Reuters ha spiegato come sia possibile aumentare la superficie coltivata a grano e altri cereali del 5% all’anno senza andare a sfiorare alcun albero: l’iniziativa farebbe infatti parte di un nuovo piano governativo che intende convertire in colture diversi milioni di ettari di pascoli degradati, andando a migliorare la produttività senza intaccare la salute delle foreste sparse sul territorio nazionale.

Da pascoli a campi di grano: il progetto del Brasile

deforestazione cambiamento climatico

Favaro è stato molto chiaro: dati alla mano, al momento il Paese sudamericano può fare affidamento su di un patrimonio di circa 150 milioni di ettari di pascoli “a bassa produttività”, dove il processo di degradazione è già abbondantemente in corso. Il piano è ambizioso, non c’è ombra di dubbio, ma le autorità governative brasiliane hanno cominciato con il porsi obiettivi decisamente ragionevoli: prendere 40 milioni di ettari situati in regioni adatte alle attività agricole e convertirle in campi produttivi.

Grano: il Brasile testa una varietà geneticamente modificata per contrastare la siccità Grano: il Brasile testa una varietà geneticamente modificata per contrastare la siccità

L’obiettivo è chiaro: una transizione di questo tipo porterebbe a un importante incremento della produzione di cereali e semi oleosi, che a oggi occupano circa 77 milioni di ettari – meno della metà degli ettari virtualmente disponibili per il processo di conversione e rivalutazione. È importante notare, rimanendo in questo contesto, che il Brasile ha già recentemente messo a segno un vero e proprio raccolto da record di cereali e semi oleosi, con una crescita netta di 8,7 milioni di tonnellate su base annua.

Per quale motivo, tuttavia, questo patrimonio di pascoli abbandonati o inutilizzati non sono già stati adocchiati per le operazioni di conversione? Chiaro: “A causa della mancanza di investimenti” spiega Favaro. “Quindi creeremo una linea di credito, con tassi di interesse compatibili, un periodo di grazia e con termini estesi in modo che le aziende produttive possano prendere queste risorse e avviare la conversione dei terreni”.

Favaro ha poi sottolineato che tale manovra economica potrebbe essere rinforzata in vista dei raccolti futuri, e che un’altra priorità sarebbe quella di ampliare le forme di sostegno alle assicurazioni agricole. Il risultato, come accennato in apertura, sarebbe un aumento della superficie coltivata del 5% all’anno. “È certamente un qualcosa di fattibile” ha concluso. “È una crescita notevole, ma ragionata in modo sostenibile“.