Grano, le basse temperature hanno aumentato la tolleranza al freddo del raccolto europeo

L'ondata di gelo che ha investito l'Europa ha fatto bene ai raccolti di grano, che hanno migliorato la propria tolleranza al freddo.

Grano, le basse temperature hanno aumentato la tolleranza al freddo del raccolto europeo

Le operazioni di monitoraggio del raccolto di grano del Vecchio Continente sono animate da una certa urgenza, ultimamente. La preoccupazione, d’altronde, è più che comprensibile: buona parte della cronaca alimentare ed economica del 2022 è stata di fatto dedicata allo scoppio e alle conseguenze della guerra in Ucraina, con le esportazioni di cereali e di altre derrate alimentari del cosiddetto Granaio d’Europa che sono rimaste formalmente paralizzate fino al raggiungimento del cosiddetto accordo sul grano, che ha permesso a Kiev di riprendere la via del Mar Nero. Prezzi saliti alle stelle, lo spettro di una crisi alimentare su scala globale, una siccità da record che ha compromesso la semina… Insomma, l’ansia è nella testa di tutti, e le operazioni di monitoraggio vengono pertanto seguite con particolare attenzione. Il più recente rapporto, tuttavia, ha portato buone notizie: pare infatti che al resistenza al freddo del raccolto europeo sia migliorata – una cortesia del calo delle temperature.

Fa freddo e va tutto bene

grano

“L’ondata di freddo e le basse temperature nella prima metà di dicembre hanno consentito un miglioramento del livello di tolleranza al gelo, che ha portato a stadi avanzati o completamente induriti” si legge nel sopracitato rapporto. È importante notare, in questo contesto, che per “indurimento” si intende il processo naturale mediante il quale i cereali invernali acquisiscono una maggiore tolleranza alle basse temperature, ovviamente necessaria per resistere alle condizioni di potenziale congelamento che potrebbero verificarsi durante il periodo di dormienza invernale.

Quel che è particolarmente interessante da notare è che, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, il processo di indurimento è nettamente più avanzato; anche se naturalmente sono già stati riportati i primi (inevitabili, in un certo senso) danni da gelo in alcune aree della Germania centrale e orientale e della Polonia, dove evidentemente i raccolti locali non hanno fatto in tempo ad “adattarsi” a un calo delle temperature troppo repentino.

L’analisi delle autorità europee, tuttavia, lascia trapelare un solido ottimismo: l’ondata di freddo non dovrebbe causare molti danni, e potrebbe addirittura giovare ai raccolti nelle aree in cui si è verificato un autunno particolarmente mite. Rimane, naturalmente, una fitta corona di nei a rovinare quella che, altrimenti, sarebbe stata una previsione fortemente positiva: nella regione del Mar Nero continuano a registrarsi temperature più alte della media, che potrebbero lasciare le colture vulnerabili al freddo (anche se è bene notare che, al momento, non sono previste ondate di gelo); e nella regione del Mar Baltico, nel nord della Germania, in Polonia, nel sud-est della Spagna, in buona parte dell’Italia nord-occidentale e in Turchia i dati indicano che la morsa della siccità deve ancora essere spezzata.