Grano, l’export sul Mar Nero procede a rilento: l’Ucraina accusa la Russia

Il flusso di grano dall'Ucraina sul Mar Nero sta procedendo a rilento: secondo Kiev la Russia sta ostacolando le operazioni deliberatamente.

Grano, l’export sul Mar Nero procede a rilento: l’Ucraina accusa la Russia

Ve l’avevamo anticipato – una rondine non fa primavera. Dopo che la Russia e l’Ucraina hanno infatti raggiunto l’intesa per prolungare di altri centoventi giorni il cosiddetto accordo sul grano, che nel corso degli ultimi mesi ha permesso al Granaio d’Europa di ripristinare il proprio flusso in export di cereali e altre derrate alimentari attraverso le acque del Mar Nero; ecco emergere le prime problematiche. Stando ai rapporti redatti dagli stessi ispettori delle Nazioni Unite, infatti, dal giorno della proroga si contano appena cinque partenze al giorno, in netto calo rispetto alla media di dieci partenze giornaliere calcolate nei mesi scorsi.

Partenze a rilento: colpa del meteo o della negligenza russa?

grano duro

Come certamente avrete avuto modo di intuire, le parti in gioco non hanno esitato a puntarsi il dito contro nel tentativo di individuare il responsabile di un tale rallentamento. Prima di tuffarci nelle dispute sull’asse russo-ucraino, tuttavia, è importante notare che un portavoce delle stesse Nazioni Unite, Ismini Palla, ha dichiarato pubblicamente che i flussi delle navi cargo sono state influenzati negativamente dall’incertezza che ha accompagnato l’estensione dell’accordo (e ci mancherebbe – vi ricordiamo che, poco prima dell’eventuale intesa, la Russia aveva deciso di ritirarsi temporaneamente dall’impegno) e, in secondo luogo, dalle cattive condizioni meteorologiche e dall’arrivo di nuovo personale presso uno dei Centri di coordinamenti congiunti incaricati di ispezionare i mercantili in questione. Il che, lo ripetiamo, è perfettamente comprensibile: con l’arrivo della stagione fredda è naturale che le condizioni di navigazione non siano le migliori; e poi non vogliamo dare un po’ di tempo agli stagisti per ambientarsi?

Quello che inevitabilmente fa alzare il sopracciglio alle autorità ucraine, tuttavia, è il fatto che le ispezioni su tutte le navi in partenza e in arrivo – condotte dai team russi – sono diminuite sensibilmente rispetto alle giornate in cui Mosca aveva deciso di ritirarsi, lasciando a lavorare solamente i funzionari delle Nazioni Unite e della Turchia; con i rapporti che indicano un numero compreso tra le zero e le sei ispezioni nell’ultima settimana.

Numeri che certamente non sono sfuggiti a Vasyl Bodnar, ambasciatore dell’Ucraina in Turchia, che non ha esitato ad accurare la Russia di negligenza e di stare ostacolando in maniera deliberata il flusso di grano e altre derrate alimentari. “Uno dei problemi principali è che i russi stanno rallentando i controlli, probabilmente in modo intenzionale” ha commentato, riferendosi per l’appunto ai rallentamenti di cui sopra. “”Se i russi fossero disposti a collaborare, potremmo migliorare le ispezioni e aumentare il numero. Dipende tutto da loro”.