Grano, l’Italia stima un calo produttivo medio del 20%

Le ultime stime redatte da Cai mostrano prezzi relativamente stabili accompagnati da un calo della produzione di grano del 20%.

Grano, l’Italia stima un calo produttivo medio del 20%

Il caldo torrido e il periodo di siccità prolungata hanno infine presentato il conto: stando alle previsioni redatte da Cai – Consorzi Agrari d’Italia nell’ambito della produzione nazionale di grano, infatti, si registra un netto calo del 20% sul totale; imputabile, come appena accennato, alle condizioni climatiche avverse. Una mancata produttività che, con la minaccia incombente di una crisi alimentare su scala globale, diventa di fatto tanto più preoccupante.

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Per il bene dei portafogli occorre sottolineare fin da subito che, stando sempre al quadro stimato dagli analisti del Cai, i prezzi del grano dovrebbero attestarsi in linea con le medie del periodo nonostante gli incrementi ai costi di lavorazione su base annua (che di fatto sono più che raddoppiati). Va notato anche che il calo riportato in apertura è una misura media, mentre considerando ogni singola Regione i dati potrebbero indicare situazioni lievemente differenti (ma sempre comunque negative – che a noi le belle notizie non piacciono): nello specifico, ci si aspetta un calo del 10% in Emilia-Romagna e Veneto, un 15/20% in meno per le Regioni centrali e, dulcis in fundo, una diminuzione che oscilla tra il 15 e il 30% nelle isole.

I dati sulle superfici coltivate a cereali (che, va sottolineato, sono fermi a gennaio secondo le ultime rilevazioni Istat) vedono una lieve flessione per quanto riguarda il grano duro (1,21 milioni di ettari, -1,5%); mentre le registrazioni sulle superfici destinate a grano da seme mostrano una netta controtendenza: in questo contesto il grano duro segna un +8% e il grano tenero resta invece invariato, segno di una fiducia crescente degli agricoltori verso i contratti di filiera.