Green pass, possibile divieto di bar e ristoranti per i no vax

Con la quarta ondata di Covid-19 in arrivo, il Governo studia ipotesi di restrizioni: tra queste, consentire l'ingresso in bar e ristoranti solo a vaccinati e guariti, e non a chi fa il tampone.

Green pass, possibile divieto di bar e ristoranti per i no vax

L’indice di contagio sale, la quarta ondata è una realtà anche in Italia, e il Governo si prepara a prendere misure ulteriori. Oltre al possibile ritorno in zona gialla delle regioni che dovessero rientrare nei parametri, si affacciano nuove ipotesi: tra queste, quelle di un Green pass “rinforzato”, cioè con delle libertà solo per i vaccinati (e i guariti), non per chi si sottopone a tampone. Una delle possibilità sul tavolo dell’esecutivo Draghi è così quella di vietare bar e ristoranti – così come cinema, teatri, stadi e altri eventi – ai no vax.

Alla fine di questa settimana, cioè venerdì, il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute dirà se l’indice Rt sarà cresciuto in maniera preoccupante. Le strade al vaglio del Governo sono varie, ma tutte passano per la Certificazione verde: la prima è ridurre la durata da 12 mesi a 9, dato che pare che l’efficacia del vaccino sia inferiore all’anno, e così si darebbe un incentivo a fare la terza dose. La seconda è abolire il tampone rapido e lasciare solo il molecolare; l’alternativa light sarebbe quella di innalzare a 72 ore la validità del molecolare e abbassare a 24 quella dell’antigenico (ora sono entrambe di 48 ore).

La terza è quella che si è detta: introdurre quello che è già stato ribattezzato “lockdown sullo svago“: in altre parole un super green pass da attribuire solo a vaccinati e guariti, che consentirebbe di fare tutto quello che permette il Green pass attuale, compreso l’ingresso nei bar e ristoranti al chiuso. Ai “tamponati” invece sarebbe consentito solo di andare al lavoro e salire sui mezzi pubblici, per tenere al sicuro l’economia e la produttività. Una misura simile, non senza polemiche, è entrata in vigore da poco in Austria.

Intanto una cosa che potrebbe succedere, in automatico secondo le disposizioni già vigenti, è il passaggio di alcune regioni in zona gialla. Secondo i complessi e molteplici parametri introdotti dall’ultimo decreto sui colori, a rischiare sono il Friuli-Venezia Giulia, la provincia autonoma di Bolzano, il Veneto, le Marche e la Calabria. Ricordiamo che le conseguenze principali della zona gialla sono l’obbligo di mascherina all’aperto e il limite di 4 persone sedute allo stesso tavolo nei ristoranti.