Guerra in Ucraina: l’olio di semi (+63,5%) guida la black list dei rincari

Il caro energia alimentato dalla guerra in Ucraina ha contagiato i prezzi, con l'olio di semi che ha subito il rincaro maggiore.

Guerra in Ucraina: l’olio di semi (+63,5%) guida la black list dei rincari

L’imperversare della guerra in Ucraina ci ha portato in diverse occasioni a discutere degli innumerevoli rincari ai prodotti alimentari: basti pensare alle quotazioni di grano, riso, soia e mais, aumentate ancora recentemente; o ai prezzi dei vari oli come quello di palma e di olive. Vi siete mai chiesti, però, qual è l’alimento che in assoluto guida i rincari? No? Nemmeno noi, in realtà. Coldiretti, tuttavia, è di un altro avviso, e ha redatto una black list degli aumenti di prezzo che vede come capofila assoluto l’olio di semi, che si aggiudica la medaglia d’oro con un +63,5%.

Scontrino spesa

La classifica in questione è stata stilata sulla base delle rilevazioni Istat sui livelli dell’inflazione ad aprile paragonandoli a quelli di un anno fa, quando per “guerra” si intendeva ancora quella al Covid. Dai dati emerge che, mentre il prezzo medio di cibi e bevande è di fatto aumentato del 6,3% su base annua, la maglia nera di capolista è tutta per gli oli di semi, in particolar modo per quello di girasole. Secondo posto e medaglia d’argento per la farina (+17,2%, cortesia degli aumenti del grano) e terzo gradino del podio per il burro (+15,7%). Pasta, carne di pollo e verdura fresca, invece, mancano per un soffio la top 3, ma mettono comunque a segno un aumento in doppia cifra (rispettivamente del 14,1%, 12,2% e 12%).

Seguono ancora i frutti di mare con +10,2%, gelati a +9,5% e uova con +9,3%; mentre il pane chiude la classifica con un +8,4%. Se è pur vero che le cifre in questione sono piuttosto inquietanti, Coldiretti sottolinea come, in realtà, i rincari hanno colpito l’intera filiera agroalimentare con le campagne che in particolare giocano un campionato a parte: in questo contesto, infatti, si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio. “Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione” ha spiegato a tal proposito il presidente Ettore Prandini. “Nell’immediato bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro”.