I macellai francesi vogliono essere protetti dalle aggressioni dei vegani

I macellai francesi chiedono al ministro dell'Interno di essere protetti dalle aggressioni dei vegani

I macellai francesi vogliono essere protetti dalle aggressioni dei vegani

In Francia come in Inghilterra. Sacche di sangue falso scagliate contro i negozi, lanci di pietre contro le vetrine e per finire una militante che si rallegra per l’uccisione di un macellaio in un attentato islamista.

In questo clima imposto già in Inghilterra dalle frange estremiste dalla religione vegana –espressioni certo raccapriccianti, ma che non stiamo usando a caso– macellai e salumieri diventano aguzzini da cancellare dalla faccia della terra con un clima intimidatorio e azioni di vera guerriglia.

[I macellai inglesi vivono nella paura degli attacchi vegani]

Per questo 18.000 macellai francesi, attraverso un loro rappresentante, hanno scritto al ministro dell’Interno francese, Gérard Collomb per chiedere protezione, elencando intimidazioni e vessazioni cui sono sottoposti tutti i giorni dai militanti vegani, per mettere fine “il più rapidamente possibile, alle violenze fisiche, verbali, morali nei confronti di noi onesti professionisti”.

Un problema che assume contorni preoccupanti, quello degli “antispecisti”, ovvero coloro che non riconoscono alcun tipo di supremazia della razza umana su quella animale e che condannano un’alimentazione onnivora basata anche sul consumo di animali.

Ideologia che parte da una riflessione condivisibile, quella di evitare che gli animali di cui ci nutriamo vengano sottoposti a inutili torture in allevamenti dalle condizioni di vita spesso raccapriccianti, ma che è sfociata in una aggressività e violenza verso i propri simili che quell’ideologia non la condividono.

“Siamo profondamente scioccati –scrivono i macellai– che una parte della popolazione voglia imporre all’immensa maggioranza il suo stile di vita, per non dire la sua ideologia”, specificando che le azioni degli estremisti vegani non sono altro che che una forma di terrorismo.

“Lasciateci lavorare in pace”, concludono nella lettera, chiedendo maggiore attenzione e una vera protezione da parte delle forze dell’ordine.

[Crediti | Newsweek]