I residui di pesticidi nell’insalata in busta sono estremamente comuni, svela uno studio

Un magazine francese ha portato in laboratorio 26 confezioni di insalate differenti per individuare potenziali residui di pesticidi: solo cinque referenze sono risultate pulite.

I residui di pesticidi nell’insalata in busta sono estremamente comuni, svela uno studio

L’insalata in busta, diciamocelo chiaramente, può essere intesa anche e soprattutto come manifesto all’obbligo di frenesia della vita moderna. Il tempo è sempre meno, gli impegni si accavallano e si intrecciano e si fondono tra loro, l’imprevisto disperde piani e programmazioni; ma la pausa pranzo, in un modo o nell’altro, è salvabile con uno strappo della busta. L’insalata è già selezionata, già lavata, già scolata – ma siamo sicuri che dietro quell’abito di plastica, tanto trasparente da sembrare quasi limpido, non si nascondano contaminazioni e residui di pesticidi?

La risposta, l’avrete già intuito, è negativa. Il magazine francese 60 millions de consommateurs ha preso in esame 26 confezioni di insalate di marche e tipologie differenti – lattuga classica, iceberg, valerianella e via dicendo -, con il solo obiettivo di stabilire se contenessero residui di pesticidi e in quale quantità. I risultati parlano chiaro: delle 26 referenze prese in esame, solo cinque sono esenti da contaminazioni: due lattughe (Florette Cœur de lettuce, Bonduelle Bio Iceberg) e tre soncino (Bonduelle “senza residui di pesticidi”, Carrefour le Marché e Saladinettes di Lidl).

Plastica, pesticidi e molecole sospette cancerogene

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Numeri alla mano si conta una media di 3,8 residui di pesticidi per insalata contaminata, per un totale complessivo di 28 molecole diverse, di cui otto sospettate di avere almeno un’azione “cancerogena, mutagena o tossica per la riproduzione” (Cmr per gli amici).

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“Una sostanza pericolosa” spiegano i colleghi d’Oltremanica “può essere vietata dalle autorità se i rischi che presenta non possono essere controllati, oppure limitato solo a usi molto specifici”. Ecco, è questo il caso di due insetticidi classificati come Cmr, autorizzati sulla lattuga ma non sul soncino. “Ne abbiamo trovato uno” continua il magazine “sospettato di essere tossico per la riproduzione (metaflumizone), nella lattuga Carrefour le Marché e Top Budget, e l’altro, sospettato di essere cancerogeno (propizamide), nel riferimento Aldi”.

Sono undici, in tutto, le lattughe contenenti uno o più residui di pesticidi potenzialmente Cmr; ma è bene notare che i quantitativi riscontrati rientrano tutti nei limiti normativi. “In altre parole, in teoria non esiste alcun rischio per la salute” è la lettura proposta da 60 millions de consommateurs “ma ad oggi gli scienziati non sanno quasi nulla degli effetti cocktail tra tutte queste molecole”.

In tutte le lattughe, poi, sono di fatto state trovate tracce di pesticidi non Cmr, con quelle a marchio Aldi e Top Budget che hanno fatto registrare le performance peggiori con nove residui complessivi. Per quanto invece concerne la valeriana si segnalano appena quattro referenze contaminate da sospette molecole Cmr – Bonduelle formato maxi, Saint Eloi, U e Carrefour bio -, tra cui spicca tuttavia un metabolita derivante dalla degradazione di un erbicida vietato addirittura dal 2010.

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Brucia, in questo senso, soprattutto la presenza dell’insalata biologica di casa Carrefour: l’azienda, in risposta alle analisi del magazine, ha spiegato che il metabolita in questione ha la capacità di mantenersi persistente nel terreno; e che le proprie analisi relative ai residui non hanno identificato tale sostanza. La lettura proposta dalla catena di supermercati, in altre parole, è quella di una contaminazione fortuita dell’ambiente.

La conclusione di 60 millions de consommateurs è più che eloquente, e invita ad approcciarsi con rinnovata cautela all’insalata in busta: “Lungi dall’essere soddisfacenti” si legge nel magazine, ” le insalate in busta vanno consumate con parsimonia e secondo una scelta consapevole, come dimostrano le nostre analisi”.