Il caffè abbassa il rischio di ricadute di cancro all’intestino

Uno studio ha evidenziato un legame tra il consumo regolare di caffè - dalle due alle cinque tazze al giorno - e la riduzione del rischio di ricadute per il cancro all'intestino.

Il caffè abbassa il rischio di ricadute di cancro all’intestino

Malattia silenziosa e spietata, il cancro all’intestino è noto anche e soprattutto per la sua tenacia. Uno studio di recente pubblicato tra le pagine dell’International Journal of Cancer, però, suggerisce un consiglio pratico e facilmente applicabile per ridurre il rischio di ricadute: bere caffè, dalle due alle quattro tazze al giorno.

Lo studio in questione ha preso in esame 1.719 pazienti affetti da cancro all’intestino, e individuato un effetto dose-dipendente tra il consumo di caffè e il rischio di recidività: coloro che bevevano più tazze, in altre parole, potevano giovare di una maggiore diminuzione del rischio. Numeri alla mano, si è calcolato che i pazienti che erano soliti bere almeno cinque tazze di caffè al giorno hanno fatto registrare una probabilità del 32% più bassa di ricadute rispetto a chi ne beve meno di due; e una diminuzione del 29% della possibilità di una morte prematura.

Caffè, cancro all’intestino e ricadute: parola alla scienza

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Vale poi la pena notare che, a loro volta, coloro che erano soliti bere almeno un paio di tazze di caffè al giorno hanno fatto registrare un rischio inferiore rispetto a chi, invece, preferisce astenersi del tutto. È per di più bene sottolineare che, al netto dei risultati emersi dallo studio, gli scienziati raccomandano in ogni caso di approcciarsi al consumo di caffè con una linea moderata, cercando di non superare le sopracitate cinque tazze al giorno.

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Come accennato in apertura di articolo il cancro all’intestino è noto anche e soprattutto per la sua tendenza a ripresentarsi anche dopo essere stata adeguatamente curata: il leader del gruppo di ricerca e responsabile dello studio in questione, la dottoressa Ellen Kampman, ha spiegato che la malattia tende a ripresentarsi in un caso su cinque, spesso con conseguenze fatali. I risultati osservati, dunque, potrebbero aiutare a individuare una nuova strategia di “prevenzione”.

La stessa dottoressa Kampman, pur dicendosi entusiasta dei risultati, ha voluto sottolineare che l’associazione osservata tra il consumo regolare di caffè e il cancro all’intestino non è interpretabile come relazione causale. Il professor Marc Gunter, coautore dello studio, ha similarmente definito i risultati come “molto provocatori, in quanto ancora non comprendiamo appieno per quale motivo il caffè possa avere un tale effetto”, ma anche “promettenti in quanto potrebbero indicare un modo per migliorare la prognosi e la sopravvivenza tra i pazienti affetti da cancro intestinale”.

“Il caffè contiene centinaia di composti biologicamente attivi che hanno proprietà antiossidanti e possono essere protettivi contro il cancro all’intestino” ha spiegato ancora Gunter, in una dichiarazione rilasciata al The Guardian. “Il caffè abbassa anche l’infiammazione e i livelli di insulina – elementi notoriamente collegati allo sviluppo e alla progressione del cancro intestinale – e può avere effetti potenzialmente benefici sul microbioma intestinale; ma c’è bisogno di ulteriori ricerche per approfondire i risultati osservati”.