Il congedo parentale di Barilla farà da esempio?

Il congedo parentale secondo Barilla prevede equiparazione tra i genitori: ci saranno altre aziende che seguiranno l'esempio?

Il congedo parentale di Barilla farà da esempio?

Ve lo spieghiamo in numeri – a partire dal primo gennaio 2024 i genitori (sì, plurale: sia la mamma che il papà, per intenderci; e questo in maniera indipendente dal genere, dall’effettivo stato maritale, dall’orientamento sessuale o se è adottivo o meno) del gruppo Barilla potranno fare affidamento su dodici settimane di congedo parentale con retribuzione al cento per cento.

La novità, è bene notarlo, riguarda tutti e gli 8700 dipendenti di Barilla, ma naturalmente va a coinvolgere da vicino coloro che sono genitori o che, di fatto, sono ormai prossimi al diventarlo. La novità più grande, i nostri lettori più attenti già l’avranno notato, riguarda di fatto che il congedo di paternità è stato equiparato a quello di maternità, passando dai dieci giorni alle dodici settimane complessive.

Il nuovo congedo parentale di Barilla sarà un esempio per le altre aziende?

barilla

La risposta banale e immediata è sì, ce lo auguriamo. Poi chiaro, la realtà è naturalmente più complessa: la speranza è che l’iniziativa di Barilla, per quanto senza ombra di dubbio virtuosa, trovi un seguito anche nelle restanti PMI, che compongono una parte importante del tessuto economico del nostro caro e vecchio Stivale e che tuttavia spesso e volentieri non riescono – o non vogliono – a offrire condizioni di questo tipo.

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D’altro canto non è certo una novità – per quanto la legge del “piccolo è bello” possa essere romantica e talvolta anche funzionale, è innegabile che le aziende di dimensioni più grandi (come la Barilla, in questo particolare esempio) siano in media più capaci di offrire condizioni lavorative migliori, dallo stipendio allo spesso sottovalutato welfare (che, tra parentesi, un dipendente più soddisfatto tende anche a essere più produttivo).

Ma torniamo a noi, a Barilla e alle sue nuove norme circa il congedo parentale, per l’appunto. Come abbiamo accennato in apertura di articolo la misura entrerà effettivamente in vigore a partire dal primo gennaio del prossimo anno ed è rivolta a ogni genitore a prescindere dalle caratteristiche anagrafiche e non.

Questo naturalmente significa che la decisione di Barilla andrà a “scavalcare” la legislazione più rigida di alcuni Paesi come il Giappone, la Cina, Singapore o l’Australia e anche la stessa Italia (specie per quanto riguarda la paternità); mentre in caso di standard legislativi locali più vantaggiosi saranno questi ultimi a essere applicati.

Facciamo un esempio concreto: a oggi, per quanto riguarda il nostro Bel Paese, il congedo di paternità prevede appena dieci giorni di permesso – che corrisponde, tra parentesi, allo standard minimo europeo -: da ora in avanti, i papà di casa Barilla potranno godere di dodici settimane intere con lo stipendio intatto.