Il gelato “artigianale” arriva a Montecitorio: ispirerà una legge sul settore?

L'arrivo del gelato a Montecitorio non placa le polemiche tra Fratelli d'Italia e Movimento 5 Stelle: privilegio inutile o valorizzazione del prodotto? Nel dubbio, viene definito "artigianale", e l'auspicio è che si possa finalmente normare la carapina.

Il gelato “artigianale” arriva a Montecitorio: ispirerà una legge sul settore?

“l’Italia, dove l’arabesco è la linea più breve fra due punti”, scriveva Ennio Flaiano, per raccontare come burocrazia, screzi e contrasti siano la norma ogni volta che si affronta una questione, anche apparentemente semplice, e la vicenda del gelato alla Buvette sembra dimostrarlo. Il punto di arrivo è stato raggiunto, da ieri infatti il gelato artigianale (o almeno così viene definito, ma ci torneremo) ha fatto il suo ingresso a Montecitorio, e i deputati possono finalmente concedersi una coppetta -e solo quella, i coni sono banditi, forse per evitare di riempire di croccanti briciole di cialde i corridoi del potere- tra una selezione di sei gusti, oltre alle classiche opzioni preconfezionate già presenti al bar.

Un’impresa che ha visto prima i malumori nientemeno che di Giorgia Meloni, poi i contrasti di chi riteneva una gelateria alla Camera eccessivamente frivola, poi i dubbi sulla fattibilità pratica dell’installazione nello storico bancone di legno in stile liberty ma, con una sollecitudine insolita, le vaschette sono arrivate, ma le polemiche non sono finite.

La guerra dell’ Onorevole gelato

È già stata definita “guerra del gelato”, quella in corso alla Camera dei deputati: un dibattito acceso tra maggioranza e Movimento 5 Stelle. Da una parte Paolo Trancassini, deputato questore di Fratelli d’Italia, appassionato fautore dell’iniziativa, pensata per valorizzare uno dei prodotti del made in Italy più amato; dall’altra il deputato questore grillino Filippo Scerra, che ha definito la questione gelati come un “privilegio inutile”, e la sua fiera opposizione a crema e cioccolato è ormai una questione di principio, uno schiaffo all’austerity che si converrebbe alla politica, soprattutto in tempi di crisi e inflazione.

“Mi sono impegnato in questo organo a contribuire al miglioramento dell’istituzione Camera”, rivendica Scerra sui social. Secondo lui questo impegno è volto ad assicurare “affinché le sue funzioni fondamentali, come il processo legislativo, siano all’avanguardia attraverso l’introduzione di strumenti digitali e dell’intelligenza artificiale”.

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I problemi sarebbero ben altri: “Non possiamo chiedere sacrifici ai cittadini e pensare ai gelati in Parlamento. Giusto concentrarsi su ciò che serve davvero all’istituzione e al Paese”. Scerra ha ribadito che il Collegio dei questori deve occuparsi di “proposte serie”, citando la conferma del blocco degli stipendi dei parlamentari, l’incremento del costo dei pasti per i deputati (su sua proposta) e la riduzione degli sprechi.

Con buona pace di Scerra, il Collegio dei Questori, l’organo che sovrintende alla gestione amministrativa della Camera, con il voto favorevole di Trancassini e del collega Alessandro Manuel Benvenuto (Lega), ha approvato l’ingresso del gelato nella buvette. Niente carapine, ma le classiche vaschette coi gusti in bella vista: sei gusti, tutti senza glutine e con anche opzioni vegane: mango, limone, caramello salato, nocciola, pistacchio e cioccolato fondente, a prezzi stranamente in linea col mondo reale: 3,50 euro per la coppetta piccola e 4,50 euro per quella grande.

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Resta il mistero su chi questi gelati li fornisca: un vicino artigiano? Una catena più strutturata? Una grande industria? Una questione non di poco conto, perché se Trancassini ne fa una questione di rappresentare di un’eccellenza, che eccellenza sia, e se si parla di artigianale senza nemmeno una definizione che stabilisca i criteri per cui un prodotto possa fregiarsi di quel titolo, il timore è che più che di gelato artigianale si tratti semplicemente di prodotto sfuso. Volendo essere ottimisti, c’è da sperare che l’avvento delle coppette alla buvette sia un ulteriore passo lungo l’arabesco che porterà la politica italiana a una legge che regoli il settore in maniera sensata.

Per Fratelli d’Italia non ci sono dubbi: anche gli oppositori più duri e puri cederanno alla tentazione “Sai quanti deputati contiani verranno a mangiare il gelato in buvette…”, commenta ironicamente un loro parlamentare al Il Giornale: magari superare questa barriera ideologica potrà essere d’ispirazione per l’agognata legge.