Il Marocco non esporterà più olio d’oliva: quanto saliranno i prezzi?

Il Marocco ha deciso di vietare l'esportazione di olio di oliva - una scelta dettata da una produzione in calo e dai prezzi in crescita.

Il Marocco non esporterà più olio d’oliva: quanto saliranno i prezzi?

Niente più olio d’oliva da parte del Marocco – a Rabat hanno deciso di chiudere i rubinetti e di tenerlo tutto per sé. No, naturalmente non si tratta di un capriccio: la decisione delle autorità governative marocchine, firmata nella giornata di ieri martedì 3 ottobre dal ministro dell’Agricoltura Mohamed Sadiki, è mossa dalla volontà di garantire l’approvvigionamento del mercato interno. I nostri lettori più attenti avranno già tracciato un parallelo con quanto visto un anno fa circa con l’India e il grano – un blocco temporaneo con l’obiettivo di rimpinzare le scorte nazionali e tentare di proteggere il potere di acquisto dei locali. E i prezzi?

Il Marocco vieta l’esportazione di olio d’oliva: cause e conseguenze

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Se è vero che la storia insegna, partiamo con il ricordare che alla chiusura dell’esportazione da parte dell’India seguì un (ulteriore) aumento dei prezzi del grano. La formula, d’altro canto, è decisamente semplice: quando la quantità sul mercato di un dato prodotto viene meno ma la domanda rimane la stessa, i prezzi non possono che andare a salire. In altre parole, la previsione è che i prezzi dell’olio di oliva saranno destinati a salire ancora e ancora.

Il prezzo dell’olio d’oliva non calerà per almeno due anni Il prezzo dell’olio d’oliva non calerà per almeno due anni

Ma non divaghiamo – non troppo, perlomeno -, e torniamo a noi: la decisione del Marocco di vietare l’esportazione di olio di oliva. Numeri alla mano, a oggi i prezzi sono arrivati a sfiorare i quindici euro circa al litro, una cifra esacerbata dalla crisi climatica – l’ultimo biennio, particolarmente caldo e siccitoso, ha portato a una vera e propria mutilazione dei raccolti di un po’ tutto il mondo, Spagna in primis – e dalla carenza internazionale di scorte. La decisione delle autorità marocchine ha dunque un duplice obiettivo, come accennato: proteggere il potere d’acquisto dei cittadini e garantire l’approvvigionamento del mercato interno.

Se sarebbe senz’altro ingenuo pensare che tale decisione non avrà delle conseguenze sullo scacchiere internazionale, è bene notare che la produzione marocchina è rispettabile ma decisamente di svariate magnitudini più ridotta rispetto a quella dei vertici del mondo. Numeri alla mano, il Marocco è di fatto il secondo maggiore esportatore di olio d’oliva nel mondo arabo con un patrimonio produttivo di circa 9,1 milioni di litri, superato solo dalla Siria con 16,3 milioni di litri (per riferimento la Spagna, numero uno al mondo, ne esporta 509 miliardi; e l’Italia, medaglia d’argento, 255 milioni); mentre in termini di produzione occupa il secondo posto tra i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente e il nono posto complessivo a livello mondiale, con un raccolto che lo scorso anno ha superato i 217 milioni.