Il Piemonte è la regione dell’anno per Lonely Planet: merito della tavola

Il Piemonte è la regione del’anno per la guida internazionale Lonely Planet, in gran parte per ristoranti, vini, tartufi e altri prodotti della tavola

Il Piemonte è la regione dell’anno per Lonely Planet: merito della tavola

Colpo di scena, amici. Questa mattina viene presentata in tutto il mondo la guida Best in Travel 2019 di Lonely Planet che tutti gli anni propone quattro classifiche, di quelle tanto care ai lettori di Dissapore:

– Top 10 Paesi,
– Top 10 Regioni,
– Top 10 Città,
– Top 10 Best Value, cioè le destinazioni più convenienti.

Non mi stancherò mai di dire che le classifiche sono come le palle, ognuno ha le proprie, ma se la guida è da sempre un grande successo è perché tenta di scovare posti non scontati (altrimenti nella categoria “città” vincerebbero sempre New York o Parigi).

– Il numero uno nella categoria Paesi è: lo Sri Lanka.
– La numero uno nella categoria Città è: Copenaghen.
– La numero uno nella categoria Best Value è: la valle del Nilo meridionale.

Ma, attenzione attenzione, la numero uno nella categoria regioni è: il Piemonte!

[20 ristoranti per tutte le tasche da provare nelle Langhe]

E via con tricchi e tracchi e mortaretti e vuvuzela.

Se il Piemonte si è aggiudicata la prima posizione è anche –soprattutto, direi io– per “vini rossi e tartufi bianchi d’Italia”, tant’è che la presentazione si conclude dicendo “…il Piemonte potrebbe non restare ancora a lungo un segreto noto solo ai viaggiatori più informati amanti dell’arte e della buona tavola.”

[L’anno d’oro del tartufo è cominciato, non fatevi trovare impreparati]

Scorrendo le sei pagine fotografiche dedicate alla regione ecco le segnalazioni “gustose” dell’autrice Donna Wheeler:

– a Torino EDIT e la Nuvola Lavazza, la “scena gastronomica”, il ristorante Consorzio, il Bicerin, il Bar Cavour;

[La Nuvola: nuova sede per Lavazza a Torino]

– in regione sono citati Barbaresco, le nocciole, la toma, la cantina Le Rocche dei Barbari, i cioccolatini di Cuneo, Slow Food, l’Università di Pollenzo, le Langhe, il Roero, il Monferrato, il vino, la Piola di Alba, la Fiera del Tartufo.

Al di là delle singole segnalazioni, la cosa che salta agli occhi è che la gran parte del testo è occupato da motivazioni di ordine gastronomico, di certo le più presenti rispetto alle altre attrattive turistiche, il paesaggio, la cultura, lo sport.

Il che, a mio avviso, dimostra due cose: che ormai le persone viaggiano molto per mangiare; che il Piemonte è, prima di tutto, buono.