Ad Arborio, paese in provincia di Vercelli famoso per aver dato i natali nel 1946 all’omonimo riso, le istituzioni hanno autorizzato la costruzione di un importante allevamento intensivo di galline ovaiole, ma gli attivisti locali non ci stanno.
Riunitisi in un comitato, la Rete indipendente Solidarietà e Opposizione (R.i.s.o., per l’appunto), hanno organizzato una protesta nella piazza del paese, prevista per mercoledì 11 alle 19.
“Vergognoso autorizzare questi insediamenti”
Il primo atto del comitato è stata la diffusione di un durissimo comunicato: “si ritiene vergognoso che nel 2025 ci siano ancora enti e istituzioni che rilascino autorizzazioni per questi insediamenti. Da decenni sono note le gravi problematiche in termini ambientali, climatici, sanitari, economici ed etici”.
Un problema anche la posizione individuata per la struttura, troppo vicina a case e risaie.
“Questo maxi allevamento intensivo in costruzione si trova ad appena 1.500 metri dalle prime case di Arborio, destando grave preoccupazione tra gli abitanti che temono la conseguente e ovvia svalutazione economica delle residenze. La struttura sorge inoltre tra le prestigiose risaie del territorio, nonché ad appena 3 chilometri da un parco naturale e da una riserva naturale, rispettivamente delle Lame del Sesia e della Garzaia di Villarboit”.
Il Comitato ha ricevuto l’immediato supporto di altre associazioni animaliste e ambientaliste, e ha anche avviato una raccolta di firme per tentare di fermare i lavori: “l’impianto avrà una superficie complessiva di 23.800 metri quadrati, comportando un consumo di suolo irreversibile di 20.450 metri quadrati che secondo gli Enti di Gestione del Parco del Ticino e del Lago Maggiore, equivale alla sottrazione di un’area attualmente agricola disponibile per l’avifauna presente nell’area protetta”.
Gli stessi proprietari del futuro allevamento hanno fornito numeri preoccupanti, che il Comitato commenta così: “l’impianto preleverà dal territorio 23.000 metri cubi d’acqua e immetterà in atmosfera circa 19 tonnellate di ammoniaca ogni anno, di cui non risulta stimabile l’impatto odorigeno sulle residenze vicine. Si ritiene inaccettabile che le figure politiche che hanno approvato la costruzione dell’allevamento intensivo non abbiano adeguatamente informato né tanto meno consultato preventivamente la cittadinanza di un progetto che impatterebbe in modo così violento sul luogo di residenza e le aree limitrofe”.
La protesta di mercoledì sarà solo la prima di una serie di iniziative che continueranno anche il 29 giugno in piazza Cavour a Vercelli, per inviare un messaggio chiarissimo.
“Non permetteremo che questo progetto vada a buon fine e lotteremo con ogni mezzo a disposizione. Renderemo noti i nomi dei politici che approvano senza resistenza alcuna queste richieste affinché ne rendano conto alla cittadinanza che non è stata informata preventivamente di un progetto che impatterebbe in modo così violento sul luogo di residenza (e vale anche per i paesi e città limitrofe)”.