Palma Campania è un paese di poco più di 16 mila abitanti all’ombra del Vesuvio, che ospita la più grande comunità di cittadini provenienti dal Bangladesh dell’area, per la maggioranza operai nelle industrie di abbigliamento della zona.
O sarebbe meglio dire ospitava, perché il nomignolo “Bangla Campania” affibbiato al paese non è mai andato giù al suo primo cittadino, Aniello Donnarumma, per tutti Nello, meloniano di ferro e con una promettente carriera in Fratelli d’Italia interrotta da un arresto per corruzione e altri reati, che da anni si dà un gran da fare per mantenere il decoro della città.
Sindaci vs. Bangladesh
Il sindaco “sceriffo”, com’è stato più volte definito, ha una strategia su più fronti: prima l’esame italiano per i commercianti, sempre in un’ottica di riqualificazione del centro storico perché, dichiarava, “non vedo cosa ci sia di male a chiedere che chi gestisce un negozio parli italiano e esponga insegne in italiano», iniziativa che molti hanno visto come un’ordinanza anti immigrati, preceduto dall’opera di un altro sindaco, Vincenzo Carbone, a sua volta firmatario di un regolamento che multava chi fosse stato sorpreso a sputare per terra, con particolare riferimento ai cittadini bengalesi.
Ora a essere presi di mira dal primo cittadino Donnarumma sono gli odori molesti, e anche qui, se la scusa è quella della qualità dell’aria, per molti si tratta di un nuovo regolamento anti immigrati.
Donnarumma dichiara così sui social: si tratta di un provvedimento necessario e urgente adottato a seguito delle numerose segnalazioni pervenute e volto a tutelare salute pubblica e vivibilità urbana prima che il fenomeno diventi una vera e propria emergenza (…) perché siamo convinti che una Città che rinuncia a difendere la qualità dell’aria rinuncia a difendere la dignità dei suoi cittadini”.
Il provvedimento è stato firmato il 6 maggio e prevede multe fino a 500 euro per quelle che sono state definite “molestie olfattive”, e vale per gli odori provenienti sia da cucine e laboratori di attività commerciali che da case private.
Ora vi starete chiedendo chi e come possa stabilire la quantità e qualità di questi odori per classificarli come molesti: a rispondere è Giuseppe Ferrante, assessore all’immigrazione.
“Non escludiamo di dotare la polizia municipale di misuratori olfattometrici, ma in ogni caso molte sentenze della Cassazione hanno decretato che i pubblici ufficiali possono agire anche in casi di evidenza oggettiva, senza ricorrere necessariamente a strumenti”.
Quindi gli stessi vigili urbani che in seguito ad altre ordinanze furono mandati a sequestrare i materassi nelle case private per contrastare il sovraffollamento, ora dovranno aggirarsi per il paese, naso all’aria, per applicare la legge. E se le forze dell’ordine dovessero annusare i terribili odori di qualche sversamento, problema di cui i cittadini sui social sembrano essere molto più preoccupati dell’intenso aroma di curry? Nulla da fare, non è quello l’obiettivo.
Oppure l’invadente odore di cipolle di una genovese sul fuoco da ore potrebbe colpire il naso delle autorità: sarà considerato molesto o non sufficientemente speziato per essere lesivo del decoro? E un cittadino del Bangladesh potrà richiedere l’intervento di tecnici muniti di olfattometro per determinare il livello di molestia del suo biryani? Il dibattito in paese, e non solo, è apertissimo e vedremo se l’applicazione di questa ordinanza fornirà le risposte a queste -e molte altre- domande.