In Friuli Venezia Giulia è allerta micotossine nel mais

Squilla l'allarme micotossine nel mais per il Friuli Venezia Giulia: si punta il dito contro le grandinate dello scorso mese.

In Friuli Venezia Giulia è allerta micotossine nel mais

L’ombra delle grandinate dei mesi scorsi si allunga fino a oggi: al di là dei danni più “pratici” causati dall’impatto dei chicchi con le colture, infatti, in Friuli Venezia Giulia ecco squillare l’allarme micotossine. Secondo i più recenti rapporti degli enti preposti al monitoraggio, infatti, nei campi di mais in particolare – ma non solo, come vedremo più avanti – si starebbe registrando un attacco diffuso delle piante da parte di funghi parassiti e saprofiti noti in quanto produttori di tali sostanze tossiche.

Micotossine nel mais: la situazione in Friuli Venezia Giulia

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A scampo di ogni equivoco ricordiamo infatti che le micotossine sono, come accennato in apertura di articolo, inquinanti di origine naturale prodotti da particolari tipologie di funghi e muffe. Il loro accumularsi nella granella del mais, che si traduce in termini visivi in un deterioramento del tipico colore giallo intenso scadendo verso tonalità grigio – nere, è di fatto dovuto dall’interazione tra l’ambiente pedoclimatico e la pianta stessa: in questo senso, il responsabile dell’attacco in corso sarebbe da ricercare nelle copiose e violente grandinate che nel corso dell’arco estivo hanno colpito campi, vigneti e frutteti del Friuli Venezia Giulia.

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L’allarme è stato suonato dall’Osservatorio regionale sulle micotossine, composto da tecnici della Fondazione Agrifood Fvg, di Ersa, della Direzione Centrale Salute e delle Aziende sanitarie, del Crea, dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie e da rappresentanti del settore cerealicolo – un consesso che si è pronunciato in maniera unanime concorde nel segnalare la potenziale presenza di micotossine nelle coltivazioni di mais colpite dal maltempo.

La preoccupazione degli enti preposti, tuttavia, non è limitata alla coltivazioni di mais. Se le colture inquinate da micotossine dovessero entrare nella razione alimentare degli animali allevati, infatti, anche il latte e i suoi derivati finirebbero per rimanerne contagiate.

A tal proposito l’Osservatorio ha ritenuto opportuno diffondere una nota urgente ad associazioni di categoria, responsabili di assistenza tecnica e alle stesse aziende agricole definendo gli accorgimenti da adottare. Tre, a essere precisi, le soluzioni indicate: interrompere la coltivazione e l’interramento completo delle piante; trinciare il mais che verrebbe poi avviato agli impianti preposti alla produzione di biogas; e destinare comunque la biomassa all’alimentazione animale come insilato, ma rispettando determinate soluzioni tecniche come evitare la contaminazione con il terreno, attendere il grado di maturazione ottimale ed evitare il mais particolarmente disidratato o con pochi zuccheri fermentescibili.

In caso di danno parziale o ridotto alla coltura, conclude la nota dell’Osservatorio, “si consiglia di monitorare costantemente il suo stato anche in funzione dell’evoluzione climatica, in particolare della temperatura e dell’umidità”.