In Sicilia è già allarme siccità: “La situazione è drammatica”

Campi secchi e polverosi e acqua già razionata: la Sicilia si prepara a un'estate da incubo.

In Sicilia è già allarme siccità: “La situazione è drammatica”

Sulla Sicilia pesa sempre più l’ombra della siccità. La stagione estiva, con le sue temperature implacabili, è ormai alle porte, e per l’agricoltura locale il futuro sta assumendo i connotati inconfondibili della catastrofe: i campi sono aridi, le colture avvizzite e piegate dalla sete, gli animali pascolano tra la polvere. Stando a quanto dichiarato in una breve intervista a Live Sicilia da Graziano Scandino, leader della Cia regionale, è “da giugno dello scorso anno non ci sono piogge”, e gli invasi distribuiti sul territorio “hanno ancora problemi paradossali”.

Badate bene – il cappio della siccità, al netto del più recente periodo di piogge, minaccia la produzione agricola di un po’ tutta l’Italia: nel corso dell’ultimo biennio, caratterizzato per l’appunto da una decisa mancanza di precipitazioni, sono state registrate pesanti mutilazioni produttive nei campi di un po’ tutto lo Stivale, con le colture più “assetate”, come il riso, che si sono trovate a pagare il prezzo più salato.

Uno sguardo alla siccità in Sicilia

siccità

La situazione della Sicilia, però, rimane particolarmente preoccupante – tanto per la prolungata mancanza di precipitazioni quanto per la traballante efficienza della rete idrica e degli invasi. La formula, d’altro canto, è piuttosto semplice: niente acqua, niente cibo. E se l’acqua non si decide a cadere dal cielo, evenienza che in tutta Italia, da un paio di anni a questa parte, è diventata regola, allora occorre farsi trovare pronti con dighe e altri invasi.

Se pensate che le piogge di questi giorni siano bastate, avete torto Se pensate che le piogge di questi giorni siano bastate, avete torto

Gli ingranaggi della burocrazia, però, sembrano strozzare ogni progresso. “Le dighe sono di competenza del ministero” spiega Scandino “e questo favorisce il rimpallo tra le istituzioni”. Non resta che volgere lo sguardo verso i campi polverosi: “Su tutti i terreni a seminativi, cereali, leguminose e foraggere, continuando così non si raccoglierà praticamente alcunché” spiega ancora Scandino a Live Sicilia. “Soprattutto nel grano duro, che è quasi azzerato almeno nelle zone di pianura e bassa collina”.

Numeri alla mano, la siccità in Sicilia rischia di determinare la perdita di circa mille e duecento euro per ettaro di grano duro, per un totale complessivo di 250 mila ettari dedicati a questa particolare coltura. In tutto si parla di minimo 700 milioni di euro di danni a causa di tutte le superfici che non andranno a raccolto. E a poco serve fare la danza della pioggia – il grano, ormai, è ingiallito: “Se anche dovesse piovere ormai l’apparato radicale è secco, e non servirà più l’eventuale acqua”.

Anche il capitolo allevamenti è tragico. “Mancando l’acqua, gli animali non hanno cosa bere” spiega Scandino. “Gli animali dovrebbero iniziare a pascolare, ma in pianura e collina il terreno è nudo”. Le autorità regionali stanno già valutando il razionamento dell’acqua in parecchi comuni (160 su 391) in vista dell’estate, ma secondo la lettura di Scandino sarebbe ben più urgente assicurare un ristoro agli agricoltori e agli allevatori.

“È un tema di non poco conto, c’è il rischio reale che una parte delle aziende agricole, meno strutturate, chiudano per sempre” ha concluso. “Non è uno slogan, ci sono famiglie che saranno disperate, anche perché la Pac non ha aiutato questi comparti”. E lo stato di emergenza “non deve essere solo un decreto, ci vogliono i centinaia di milioni di euro, in modo che si possa intervenire come è stato fatto in Emilia Romagna dopo l’alluvione“.