Inflazione, il prezzo del cibo aumenta del 10,5%: un italiano su due taglia la spesa

L'inflazione fa segnare un aumento medio del 10,5% del prezzo dei prodotti alimentari, spingendo gli italiani a ridurre la propria spesa.

Inflazione, il prezzo del cibo aumenta del 10,5%: un italiano su due taglia la spesa

Caro bollette, siccità, tagli dei raccolti, problemi alla logistica, tasso di inflazione che continua ad aumentare… la lista dei problemi è lunga, ma il risultato è spaventosamente semplice: un aumento complessivo del prezzo dei prodotti alimentari e delle bevande del 10,5%. Si tratta di quanto emerso dalla più recente analisi redatta dalla Coldiretti sulla base dei dati emessi dall’Istat relativi all’inflazione ad agosto su base annua, che indicano per di più una decisa accelerazione per quanto concerne i prezzi dei vegetali (+12,4%) e della frutta (+8,3%).

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Aumenti decisamente notevoli che, come potrete immaginare, hanno profonde conseguenze sulle abitudini dei consumatori del nostro caro vecchio stivale: secondo la lettura proposta dalla Coldiretti più di un italiano su due (il 51%, a essere precisi) ha deciso di tagliare la propria spesa, mentre un altro 18% ha confessato di aver ridotto la qualità degli acquisti – un dato che trova risonanza anche in quanto emerso dal Rapporto Coop 2022, in cui si sottolineava come una buona fetta dei consumatori avrebbe diminuito gli acquisti dei prodotti appartenenti alla cosiddetta fascia alta. Il risultato – di nuovo, tornando ai dati della Coldiretti – è un calo su base annua dell’11% del volume di acquisti di frutta e verdura, portando l’ago dei consumi sui valori minimi da inizio secolo.

La Coldiretti, infine, ricorda che l’aumento dei costi sta di fatto colpendo l’intera filiera agroalimentare, dove più di un’azienda agricola su dieci versa in “una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività”. In questo contesto, la soluzione proposta è di “lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione”.