Inflazione, l’indice supera il 10% a Palermo e Catania: la Sicilia guida la classifica dei rincari

L'inflazione sta soffocando la Sicilia: Catania e Palermo guidano la classifica nazionale dell'aumento dei prezzi.

Inflazione, l’indice supera il 10% a Palermo e Catania: la Sicilia guida la classifica dei rincari

Nella spiacevole classifica nazionale dell’aumento dei prezzi la Sicilia la fa da padrone, con ben due città che occupano il podio del tasso di inflazione – Catania e Palermo. Il capoluogo etneo, infatti, segna il record nazionale con un indice di 10,5%, mentre quello regionale si aggiudica la medaglia di bronzo con appena un punto decimale in meno (10,4%); primati che, stando al parere degli esperti, possono essere spiegati sia attraverso le evidenti difficoltà di trasporto delle merci verso l’isola che con la scelta degli operatori di settore di sfruttare il dirompente e rigenerato entusiasmo turistico. Eh sì, perché l’impennata dei prezzi registrata a Palermo (pane +20%, olio +27% contro rispettivamente 10% e 10,4% nel resto dello Stivale) non può che essere ricondotta anche al ritorno dei turisti in città.

spesa scontrinoAttraverso questa lente, infatti, si spiega l’aumento dell’85,2 per cento dei biglietti aerei da e per Palermo o i rincari di ristoranti e strutture ricettive locali (rispettivamente più care dell’8,3 per cento e del 12,8 rispetto ad agosto 2021). Ciò che preoccupa, nel contesto siciliano, è che ogni famiglia a parità di consumi si troverà a spendere 2580 euro in più (fonte Codacons) rispetto all’anno scorso – un rincaro chiaramente insostenibile per i nuclei meno abbienti. “Appare evidente come non sia più rinviabile un intervento sui prezzi dei beni di prima necessità” ha commentato a tal proposito il presidente del Codacons, Carlo Rienzi “per i quali è necessario un taglio dell’Iva in modo da determinare una immediata riduzione dei listini al dettaglio e un alleggerimento della spesa dei consumatori”.

Il carrello della spesa, nel frattempo, continua a restringersi e a impoverirsi, con carne e pesce che per molte famiglie sono tornati a essere beni di lusso. La soluzione proposta dal Codacons, tuttavia, non convince tutti: “Ci mobilitiamo per aumentare i salari e difendere l’occupazione e i redditi” spiega invece il segretario regionale della Cgil, Alfio Mannino, proponendo una mobilitazione che parta dal basso, dai luoghi di lavoro e dal territorio.