Influenza aviaria, in America del Sud è crisi: Argentina e Uruguay segnalano i primi casi

Uruguay e Argentina segnalano i primi casi di influenza aviaria in uccelli selvatici: il vicino Brasile, nel frattempo, si prepara al peggio.

Influenza aviaria, in America del Sud è crisi: Argentina e Uruguay segnalano i primi casi

L’imperversare dell’influenza aviaria sta terrorizzando l’America del Sud: dopo che la segnalazione dei primi casi in Perù ed Ecuador venne rapidamente seguita da un netto peggioramento della situazione, con la prima infezione umana che vide colpita una bambina di 9 anni e le autorità governative locali che ritennero opportuno avviare le operazioni di vaccinazione su più di due milioni di uccelli; a far suonare i campanelli d’allarme in questo angolo di mondo è la conferma delle prime positività individuate sui territori nazionali di Argentina e Uruguay. A tremare, ora, è soprattutto il Brasile, primo esportatore mondiale di polli, che nonostante sia stato fino a ora risparmiato dalla diffusione del contagio si trova ormai circondato dai focolai.

Sospetti e timori del Brasile

anatre

Il ministro brasiliano dell’Agricoltura Carlos Favaro è recentemente intervenuto durante una conferenza stampa per affermare che lo Stato si sta impegnando per rafforzare le proprie misure di sicurezza e cercare di prevenire la diffusione del virus sul territorio nazionale, ma le prime crepe in questo guscio finora fortunato hanno già cominciato ad apparire.

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Lo stesso Favaro non ha voluto farne mistero: nei giorni scorsi le autorità sanitarie brasiliane si sono attivate in seguito a segnalazioni particolarmente sospette. Ad attirare l’attenzione del personale veterinario sono stati alcuni uccelli selvatici e domestici – come anatre o comuni polli – nello stato di Rio Grande do Sul, dove operano molti confezionatori di carne brasiliani. I sintomi, ha spiegato il ministro, erano quelli tipici dell’influenza aviaria; ma fortunatamente gli esami del caso hanno dato esito negativo.

Un bel sospiro di sollievo, non abbiamo dubbi, ma l’emergenza – considerando le recenti segnalazioni in Uruguay e Argentina – è ancora ben lontana dall’essere debellata. Bisogna tenere conto, per di più, del fatto che la maggior parte delle aziende brasiliane che si occupano dei processi di lavorazione del pollo opera nei territori meridionali, ossia i più vicini ai focolai più recenti.

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Il governo uruguaiano, che ha rilevato il morbo in cinque cigni morti tra i dipartimenti di Maldonado e Rocha, non ha nel frattempo esitato a dichiarare lo stato di emergenza sanitaria. “È molto importante isolare gli uccelli selvatici da quelli domestici, in particolare le fonti di cibo e acqua”, ha detto in una conferenza stampa Virginia Russi, un tecnico del ministero dell’Agricoltura dell’Uruguay.

Situazione simile anche più a sud, nella vicina Argentina: il segretario all’agricoltura locale, Juan Jose Bahillo, ha dichiarato che i primi casi sono stati individuati in uccelli selvatici; spingendo il governo a dichiarare lo stato di emergenza sanitaria e a rafforzare le misure per contrastare la diffusione della malattia.