Influenza aviaria: per l’UE è “allevamento all’aperto” anche se le galline stanno al chiuso

L'UE ha deciso che le uova di galline allevate all'aperto, ma costrette a stare al chiuso a causa dell'influenza aviaria, saranno ancora etichettate come "ruspanti". Ma in UK ci si preoccupa.

Influenza aviaria: per l’UE è “allevamento all’aperto” anche se le galline stanno al chiuso

La Commissione Europea ha proposto che le uova di galline allevate all’aperto, nel caso gli animali fossero costretti a stare al chiuso a causa di focolai di influenza aviaria, possano ancora essere etichettate come “ruspanti”. Il che vuol dire che per l’UE sono uova da “allevamento all’aperto” anche se le galline stanno al chiuso. Solo che la cosa sta preoccupando assai il Regno Unito.

Di per sé, se le uova in questione sono etichettate come “ruspanti”, vuol dire automaticamente che sono frutto di un allevamento all’aperto. Però in caso di epidemia di influenza aviaria, ecco che le galline devono per legge essere ospitate al chiuso, onde evitare il dilagare dei contagi. In questi casi, l’UE finora ha previsto un limite di tempo entro il quale commercializzare queste uova, di per sé deposte al chiuso, come se ancora fossero frutto di allevamenti all’aperto visto che la detenzione in un luogo chiuso è imposta non per scelta dell’allevatore, ma per un motivo sanitario. Passato questo lasso di tempo, però, le uova in questione dovevano cambiare etichettatura e diventare di allevamenti al chiuso.

Gallina con uova

Ecco, quello che l’UE vuole, adesso, è eliminare questo limite di tempo. Ma qui arriva la Gran Bretagna che ha subito parecchi danni a causa dell’influenza aviaria. In tutta Europa, sono stati uccisi più di 46 milioni di uccelli negli allevamenti, con la Francia che ha risentito particolarmente della situazione. E non è andata meglio al Regno Unito che ha registrato più di 100 focolai altamente patogeni.

Così, ecco che anche nel Regno Unito, a partire dallo scorso novembre è stata emanata una legge che prevedeva di tenere gli uccelli al chiuso, anche quelli di allevamenti all’aperto, per evitare contagi. Il che voleva dire che non era possibile trovare in vendita sul suolo britannico uova di galline ruspanti.

La norma è stata revocata solamente ad agosto, con concessioni agli allevatori di periodi di grazia sempre più lunghi, fino a 16 settimane: in pratica è stato prorogato il lasso di tempo entro il quale commercializzare queste uova come provenienti da allevamento all’aperto visto che era ancora in atto un obbligo di alloggio al chiuso per motivi sanitari.

Passate le 16 settimane, però, le uova dovevano cambiare etichetta, indicando che provenivano da allevamenti al chiuso. La paura per gli allevatori del Regno Unito è che, se nell’UE passasse l’abolizione dell’obbligo di eliminazione dell’etichetta di allevamento all’aperto in caso di focolai di influenza aviaria, potrebbero esserci problemi per le loro uova, costrette invece, dopo tot settimane, a essere etichettate come uova provenienti da allevamenti al chiuso.

Secondo Robert Gooch, il Regno Unito deve allinearsi in questo caso al resto dell’UE, per evitare fenomeni di concorrenza sleale. Il rischio, infatti, è che i rivenditori inglesi si vedano costretti a importare uova etichettate come ruspanti provenienti, invece, da galline stabulate nell’UE in caso di influenza aviaria, mentre tali uova ruspanti potrebbero non essere disponibili sul mercato britannico.