Influenza aviaria, si contano 2500 focolai in Europa: è la più grande epidemia di sempre

Con quasi 50 milioni di volatili abbattuti negli allevamenti l'epidemia in corso di influenza aviaria è la più grande mai vista in Europa.

Influenza aviaria, si contano 2500 focolai in Europa: è la più grande epidemia di sempre

Dai fiordi della Norvegia alla polverosa costa della Sicilia si contano quasi 2500 focolai, con circa 47,5 milioni di volatili abbattuti negli allevamenti e più di 3500 casi negli uccelli selvatici: no, non stiamo dando i numeri, si tratta semplicemente dei dati inerenti alla più grande epidemia di influenza aviaria mai vista in Europa secondo quanto riportato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Prima di abbandonarci del tutto all’allarmismo, tuttavia, è bene ricordare che nonostante il rischio di trasmissione all’uomo sia reale le autorità sanitarie lo classificano come livello basso, e da basso a medio per coloro esposti per motivi professionali.

polli influenza aviaria Ciononostante, quel che preoccupa particolarmente gli esperti dell’Efsa e di Ecdc è che il numero di rilevamenti del virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (Hpai) nel periodo estivo è stato “senza precedenti” – un record che molto probabilmente determinerà un prolungamento del periodo di emergenza. Da giugno a settembre, infatti, il numero di focolai registrato è stato più di cinque volte superiore su base annua; chiaro sintomo che l’epidemia è tuttora in corso. Ricordiamo, per di più, che nell’autunno del 2021 il morbo riuscì per la prima volta a scavalcare l’Oceano Atlantico, approdando anche nell’America del Nord.

“Con l’inizio della migrazione autunnale e l’aumento del numero di volatili selvatici che svernano in Europa è probabile che un maggior numero di essi risulti a rischio di infezione da Hpai, a causa della persistenza del virus in Europa” ha commentato a tal proposito Guilhem de Seze di Efsa sottolineando come, nelle aree più densamente popolate e nei sistemi di produzione più esposti, sarà necessario prendere “in considerazione strategie di prevenzione a medio e lungo termine”. Vi ricordiamo, infine, che al momento l‘Italia è il secondo Paese per numero di focolai negli allevamenti (317) dopo la Francia (1.383), e che appena una manciata di giorni fa le autorità regionali hanno dichiarato lo stato di allerta in Veneto.