IoApro: il leader Umberto Carriera indagato per simulazione di reato

Secondo la procura di Pesaro, alcune delle minacce subite da Umberto Carriera, leader di IoApro, non erano vere: ora è indagato per simulazione di reato.

IoApro: il leader Umberto Carriera indagato per simulazione di reato

Simulazione di reato: sarebbe questa l’accusa con cui la procura di Pesaro avrebbe messo sotto indagine Umberto Carriera, leader di IoApro. Il tema sarebbero delle minacce che Carriera tempo fa aveva denunciato di aver subito per la sua attività di ristoratore dissidente, rivelatesi poi fittizie: secondo la procura erano partite dall’account de “La macelleria”, uno dei suoi ristoranti.

Ed è lo stesso Carriera ad ammettere che, in effetti, le minacce non erano reali, in una dichiarazione al Resto del Carlino, in cui però ha sostenuto di non essere stato lui a scriverle. “È stata una persona a me vicina, di cui mi fidavo, che aveva accesso alle mie password e le ha sfruttate per danneggiarmi, motivata dall’astio verso di me”, ha detto il leader del movimento dei ristoratori no-Green Pass. “Ma io ho già consegnato alla Procura tutte le prove del coinvolgimento di questa persona a me vicina come autrice di quelle minacce che io credevo vere e che poi non lo erano. Mi aspetto che l’indagine a mio carico venga archiviata e che ci sia l’imputazione della persona che ha fatto tutto questo. Non posso rivelare il nome ma alla Procura l’ho detto chiaramente”.

ioapro

Non è la prima volta che i volti a capo di IoApro hanno guai con la giustizia: dopo la manifestazione romana di ottobre, il ristoratore Biagio Passaro era stato arrestato per l’assalto alla CGIL. Anche Umberto Carriera era finito sulle pagine della cronaca giudiziaria per aver tenuto aperto il suo ristorante la Grande Bellezza di Mombaroccio durante il coprifuoco, ricevendo una multa da 800 euro (poi annullata) e filmando le forze di polizia che erano intervenute nel suo locale (fatto per cui a luglio andrà a processo presso il tribunale di Pesaro). Ora, una nuova questione. “Il problema di quando si verrà giudicati nei tribunali per aver disobbedito, per aver combattuto, per non aver rispettato “leggi” che leggi non sono, per essere andati contro il sistema, per aver ridicolizzato chi è intervenuto, per aver preteso rispetto e dignità, per non essersi mai fermati nonostante minacce, notizie false ed accusa montate ad hoc è che chi arbitra, gioca con gli avversari”. Peccato che alcune delle minacce, forse, non erano poi così minacciose.