Money, soldi. Per alcuni è l’obiettivo di una vita, per altri un mezzo, per qualcuno addirittura una legge. Per Joe Bastianich è il titolo (eloquentissimo) del suo nuovo nonché primo spettacolo teatrale. No, nessun punto extra per chi indovina l’argomento trattato.
A Money – spiega il nostro – ci sarà storia di vita, musica, bilancio non necessariamente economico ma senz’altro di impresa o di imprese. Il denaro sarà il filo d’Arianna tra aneddoti e confessioni, promette JB. Ad alcuni, però, la scelta di registro non sembra andare a genio: c’è chi sostiene che Bastianich sia solo un arrogante che fa tutto solo per soldi. Lui risponde.
“I soldi non sono mai stati il punto”, dice Bastianich

Il palcoscenico non è (ancora) quello del teatro, ma piuttosto la vetrina dei social. Bastianich è seduto su uno sgabello, una mazzetta di denaro in mano, circondato da uno sciame di aiutanti che puliscono il pavimento. Parla di soldi: “Non vi do neanche torto, da fuori può sembrare così”. Nel frattempo si fa aria con le banconote.
La musica in sottofondo è strappalacrime quanto basta, il discorso forse un po’ di più – ma poco importa, ecco. La storia di Bastianich è piuttosto nota, ed è certamente degna di rispetto: tanti progetti, tante idee, tanto successo. Quel che ci interessa, o forse più banalmente che ci diverte, è il modo in cui è affrontato il discorso. “I soldi non sono mai stati il punto” dice, mentre li fa scorrere tra le dita come figurine.
C’è chi sostiene che non ci sia nulla di più sporco del denaro. Argomento tabù, rozzo, grossolano; spesso associato all’esibizionismo o alla cafonaggine: è facile pensarlo ed è ancor più facile crederlo, dal momento che il denaro ha anche la palese capacità di generare un qualcosa che se rimane torbido diventa invidia e se più o meno limpido si trasforma in ammirazione. Ma non è tutto, no?
Il denaro è l’ombelico del mondo. Negare la sua centralità nelle nostre vite significa peccare di onestà intellettuale e forse essere pericolosamente privi di senso pratico. Insomma: il denaro serve a vivere, e vivere senza è pressoché impossibile (ma non necessariamente sbagliato); e questa è la più banale interpretazione della legge del numero a cui tutti dobbiamo ubbidire. Bastianich lo sa bene.
Il denaro esercita fascino. Non occorre essere uno di quelli che benpensano per ammetterlo, eppure a volte c’è una certa fatica nel farlo. Di nuovo: Bastianich lo sa bene. E nel prendere la critica – “Joe Bastianich è un arrogante, fa tutto solo per i soldi” – la fa propria: dice di no, che non è così, ma nel mentre si fa aria con un mazzo di banconote. Il sarcasmo è sottile come un baobab.
Il denaro è la conseguenza di una vita, dice Bastianich. E lui, evidentemente, ha capito che c’è una fetta importante della popolazione che è ossessionata dal suo, di denaro: magari l’avrà intuito ai tempi del podcast sui Paperoni del food lanciato con Mazzanti (titolo: MILLION$. Diciamo sul serio!), ma ora ne è certo. È certo che genera attenzione, e poco importa del carattere di quest’ultima: per avere occhi puntati addosso evidentemente basta dire che i soldi non sono tutto.
 
					