La carne umana è adatta per una sana alimentazione? Fortunatamente, no

Uno studio sulle origini del cannibalismo ci rivela che no, la carne umana non è adatta alla sana alimentazione.

La carne umana è adatta per una sana alimentazione? Fortunatamente, no

Della serie, la scienza inutile. Ehi, non siamo noi a dirlo, ma Luca Perri, astrofisico e divulgatore scientifico. Anche, evidentemente, di quesiti non richiesti. Tipo: siamo buoni di mangiare? Sulla sua pagina Instagram lo scienziato ci parla di uno studio che compara il valore calorico della carne umana e si chiede, in sostanza, se il cannibalismo abbia senso dal punto di vista nutrizionale. In fin dei conti, pare, la risposta è: fortunatamente, no.

Lo studio

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L’aria rassicurante di Luca Perri stride con il tema del giorno, trattato nella rubrica SCIENZA (IN)UTILE (appunto). Si parla di cannibalismo, tabù universale che tanto ripugna quanto affascina. Basti pensare alla figura sovrumana di Hannibal Lecter. Come lo metti lo metti, interpretato da Anthony Hopkins o Mads Mikkelsen, è sempre un personaggio di grande successo, che vanta stuoli di fan fittizi e reali dallo spettatore medio a Donald Trump. La differenza però è che qui non siamo in ambito letterario, ma antropologico. In altre parole, si parla di veri cannibali.

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Ecco il quesito: la carne umana è buona da mangiare? Laddove buona non indica tanto il sapore, quanto l’effetto che può avere sulla dieta. Siamo nell’ambito delle calorie e dei macro nutrienti, del mi fa bene/mi fa male. Di sicuro non fa bene al mangiato, su questo siamo d’accordo. Prova a rispondere James Cole, antropologo dell’Università di Brighton. Il suo studio pubblicato di recente prova a scoprire se il cannibalismo sia nato per ragioni culturali o nutrizionali, ovvero se abbia origini rituali e circostanziali oppure se sia effettivamente servito a “mettere su massa”.

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Cole compara il valore calorico della carne umana con quella degli altri mammiferi che i nostri antenati cacciavano nel periodo pre agricolo. Ebbene, i dati ci sono, anche se non siamo sicuri di volerli sapere. Un individuo sano di circa ottanta chili può fornire 39mila kilocalorie soltanto dai muscoli. Si tratta di 1300 calorie per chilo di muscolo, senza contare quelle aggiuntive (e i nutrienti) di midollo, cervello e organi interni.

Cannibalismo per una dieta sana?

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Ci sta. Ma siamo davvero sicuri che basti per una “sana alimentazione”? Qui arriva la smentita, spiegata in modo conciso e preciso dallo stesso Perri. A parità di calorie, la carne umana ha meno calorie dei grandi mammiferi del passato. Esemplari come il rinoceronte lanoso e il mammut, ad esempio, erano molto più nutrienti: dalle 1800 alle 2000 calorie per chilo di muscolo.

E ancora: considerando che le comunità di cacciatori-raccoglitori erano molto piccole, che senso avrebbe avuto mangiare uno dei propri membri, anche solo una volta ogni tanto? L’unico esito, dice Perri, sarebbe stato l’auto-estinzione nel giro di pochissimo, e per molto meno guadagno in termini nutrizionali.

Abbiamo davvero bisogno di tutte queste proteine? Abbiamo davvero bisogno di tutte queste proteine?

Il divulgatore, infine, sottolinea una fallacia nello studio: i dati raccolti da Cole si riferiscono solo alla carne cruda. Non è dato sapere, ad esempio, se con la cottura la carne umana acquisti o perda nutrienti. Forse, conclude Perri, neanche ci teniamo a saperlo. Almeno una cosa però l’abbiamo capita: il cannibalismo nasce per ragioni socio-culturali, non certo per la dieta. Anzi, forse per i parametri di oggi sarebbe addirittura un alimento dimagrante. A meno di non accostarci fave al burro e Chianti, ma quella è un’altra storia.