La formula della cacio e pepe senza grumi vince il premio IgNobel 2025

Ai premi-parodia del Nobel l'Italia si aggiudica diversi riconoscimenti, ma a rubare la scena è il premio allo studio per la cacio e pepe perfetta.

La formula della cacio e pepe senza grumi vince il premio IgNobel 2025

Anche quest’anno la scienza “che prima fa ridere e poi fa pensare” ha celebrato i suoi protagonisti con gli IgNobel, i premi parodia dei Nobel assegnati a studi scientifici stravaganti, e durante la 35esima edizione della cerimonia, tenutasi alla Boston University e organizzata dalla rivista umoristica “Annals of Improbable Research”, l’Italia si è distinta con più di un riconoscimento.

Ricorderete la ricerca che portò un gruppo di giovani fisici italiani alla ricetta della cacio e pepe perfetta, col suo equilibrio scientificamente testato tra amido e formaggio, che avrebbe portato alla consistenza ideale: ecco, proprio a loro è andato il riconoscimento più celebrato.

Cacio e Pepe da IgNobel

ignobel I ricercatori italiani ritirano il loro premio IgNobel

L’ispirazione per il lavoro è venuta, come raccontano loro stessi, dal loro status di italiani all’estero che, in cerca di un piatto di pasta come si deve, si sono ritrovati a doverselo fare da soli, condividendolo con i colleghi: una situazione da cui sono nate le discussioni che hanno portato all’approfondimento. “Come fisici italiani all’estero, uno dei modi più comuni per trascorrere le nostre serate era quello di riunirci per mangiare qualcosa insieme e parlare dei fenomeni fisici più interessanti”, spiegano gli autori dello studio.

La difficoltà nel preparare il piatto per molte persone li ha spinti a indagare il problema con metodo scientifico: “Il fenomeno dell’aggregazione del formaggio, tuttavia, ci ha da subito ricordato un altro fenomeno su cui alcuni di noi avevano già lavorato in un contesto biofisico: la separazione di fase nei liquidi. Da qui è nata l’idea di usare le nostre conoscenze per risolvere quello che per noi rimaneva un importante problema pratico: cucinare una cacio e pepe perfetta per tante persone”.

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La soluzione, rigorosamente scientifica, consiste nell’usare l’amido di mais per evitare la formazione di quella che hanno battezzato la “fase mozzarella”, ovvero uno stato in cui la formazione di grumi ad alte temperature è inevitabile.

Ma la creatività e la scienza italiane non si sono fermate qui e, ironicamente, gli altri studi premiati a cui hanno partecipato i nostri ricercatori riguardano alcool e pizza: si veda il lavoro su come l’alcol influenzi il volo dei pipistrelli e un altro sulle preferenze alimentari delle lucertole arcobaleno del Togo.

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Proprio queste lucertole hanno mostrato un sorprendente adattamento ai cambiamenti del loro habitat, sviluppando una predilezione per la pizza. Il ricercatore Luca Luiselli racconta l’osservazione che ha dato il via allo studio: “Un giorno con un collega abbiamo assistito a una scena incredibile: una di queste lucertole che rubava un pezzo di formaggio dalla pizza di un turista e scappava. Parliamo di lucertole che normalmente mangiano insetti”.

Tra gli altri dieci vincitori di questa edizione figurano uno studio giapponese che ha dipinto mucche a strisce come zebre per allontanare gli insetti, un’analisi indiana sull’influenza delle scarpe maleodoranti sull’uso delle scarpiere e l’incredibile monitoraggio lungo trentacinque anni della crescita dell’unghia di un pollice da parte di un medico statunitense.